L’Europa punta a riciclare il 55% dei rifiuti urbani entro il 2025


L’obiettivo dell’Unione europea è promuovere l’economia circolare aumentando la quota di rifiuti urbani da riciclare. Fissati obiettivi distinti per carta e cartone, plastica, vetro metallo e legno

La quota di rifiuti urbani da riciclare passerà dall’attuale 44% al 55% nel 2025, in seguito all’approvazione in via definitiva, mercoledì, di nuove norme UE sull’economia circolare.

La quota di rifiuti urbani da riciclare passerà dall’attuale 44% al 55% nel 2025, in seguito all’approvazione in via definitiva, mercoledì, di nuove norme UE sull’economia circolare.

Migliorare la gestione dei rifiuti può portare infatti benefici all’ambiente, al clima e alla salute, ma non solo. Questo pacchetto legislativo, composto da quattro atti, mira a promuovere la cosiddetta economia circolare.

Entro il 2025 almeno il 55% dei rifiuti urbani domestici e commerciali dovrebbe essere riciclato, si legge nel testo. L’obiettivo salirà al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035. Il 65% dei materiali di imballaggio dovrà essere riciclato entro il 2025 e il 70% entro il 2030.

Vengono fissati inoltre degli obiettivi distinti per materiali di imballaggio specifici, come carta e cartone, plastica, vetro metallo e legno. Sono 497 i chili di rifiuti pro capite prodotti dall’Italia nel 2016, di cui il 27,64% è messo in discariche, il 50,55% viene riciclato o compostato e il 21,81% incenerito.

Smaltimento in discarica dei rifiuti urbani

La proposta di legge limita inoltre la quota di rifiuti urbani da smaltire in discarica a un massimo del 10% entro il 2035. Nel 2014, Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Olanda e Svezia non hanno inviato praticamente alcun rifiuto in discarica, mentre Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia e Malta hanno interrato più di tre quarti dei loro rifiuti urbani.

L’Italia nel 2016 ha smaltito in discarica 26,9 milioni di tonnellate di rifiuti, circa 123 chili pro capite che corrispondono al 27,64% della quota di rifiuti prodotti.

Cos’è l’economia circolare

Economia circolare vuol dire ridurre al minimo i rifiuti, nonché riutilizzare, riparare, mettere a nuovo e riciclare materiali e prodotti già esistenti. Il passaggio a un’economia più circolare ridurrà la pressione sull’ambiente e aumenterà competitività, innovazione e crescita, creando posti di lavoro.