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Bari: blitz della Polizia contro il clan Capriati

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Venti affiliati in manette: sequestrate 10 pistole di vario calibro, un fucile a canne mozze e un fucile mitragliatore

Gli affiliati al clan Capriati dominavano, con le loro attività illecite, i quartieri di “Murat”, “Carassi” e “Città vecchia” di Bari. Nessuna forma criminale era preclusa ai 20 componenti del clan Capriati che questa mattina sono stati bloccati dagli agenti della Squadra mobile del capoluogo pugliese.

A seconda dei vari ruoli individuati dagli investigatori, i membri del gruppo criminale, sono accusati di: associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso e dall’uso delle armi, porto e detenzione di armi da guerra, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e continuate, associazione per delinquere, aggravata, finalizzata alla perpetrazione di furti.

Un elenco impressionante di reati con i quali i criminali del clan Capriati cercavano di estendere il loro controllo sull’area metropolitana di Bari. Si preparava la festa di San Nicola? Il clan imponeva, ai commercianti, l’acquisto delle proprie merci.
Servivano servizi e viabilità all’interno dell’area portuale? I criminali creavano una società ad hoc per la gestione delle operazioni e, con la forza dell’intimidazione, acquisivano l’appalto.

E che le minacce fatte rischiassero di non restare lettera morta, lo testimoniano le armi da fuoco sequestrate: 10 pistole di vario calibro, un fucile a canne mozze ed un fucile mitragliatore.

Ma il clan Capriati aveva diversificato ulteriormente le proprie attività commettendo furti ai danni di grosse aziende, in Basilicata e nel sud della Puglia. In regime di monopolio, nei quartieri controllati, era anche lo spaccio di droga. Lo stupefacente veniva acquistato per lo più in Campania dove i malviventi si rifornivano di cocaina, hashish, marijuana ed eroina per mettere in campo, per i propri “clienti” un’offerta completa.

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