Chiesta a Facebook ulteriore documentazione sulla possibile violazione dei dati personali di decine di migliaia di utenti italiani già individuati
Il Garante della privacy ha ricevuto una delegazione di Facebook per approfondire l’istruttoria sul caso Cambridge Analytica. L’Autorità ha chiesto alla società americana ulteriore documentazione in merito alla possibile violazione dei dati personali di decine di migliaia di utenti italiani già individuati e di altri ancora da identificare.
All’incontro con il Presidente Antonello Soro ha partecipato una delegazione di Facebook guidata dalla responsabile europea per la privacy Yvonne Cunnane (Director – Head of Data Protection).
Facebook ha offerto piena collaborazione e provvederà a fornire tutti i chiarimenti in merito alle numerose questioni sottoposte dall’Autorità italiana; in particolare:
- Quali e quante società che effettuano marketing politico hanno avuto accesso ai dati degli utenti;
- Informazioni in merito alle policy e alle tecnologie utilizzate, relative al riconoscimento facciale;
- Modalità per l’adeguamento del trattamento dei dati personali al GDPR (il nuovo Regolamento Europeo sulla protezione dei dati personali);
- Modalità di profilazione degli utenti, con particolare riferimento ai dati sensibili;
- Il tipo di controlli effettuati sugli sviluppatori delle app collegate a Facebook.
“Le grandi società operanti su Internet – afferma il Presidente dell’Autorità Antonello Soro – proprio in virtù del rilevante potere che esercitano e delle enormi quantità di dati personali che trattano, devono dimostrare di operare nel rispetto della legge e di meritare la fiducia dei loro utenti”.
“Ci aspettiamo da Facebook piena collaborazione nel prosieguo di questa istruttoria e confidiamo – aggiunge Soro – che la multinazionale americana rafforzi le garanzie per la protezione dei dati dei cittadini italiani ed in generale europei, anche ai sensi del nuovo Regolamento privacy che sarà definitivamente applicabile a partire dal prossimo 25 maggio”.
“Nel caso in cui si riscontri una non adeguata tutela dei dati personali – sottolinea il Presidente Soro – potremo imporre ai giganti della rete precise misure prescrittive e irrogare pesanti sanzioni. La sanzione maggiore, però, è quella che rischiano di ricevere dai loro stessi utenti, che abbandonano le piattaforme a seguito della violazione del patto fiduciario che ad esse li lega, con conseguente perdita del valore di mercato delle aziende interessate”.
Il Garante della privacy, in merito al caso Facebook, si coordinerà con le altre Autorità europee nell’ambito del Social Media Working Group costituito – anche su richiesta italiana – presso il Gruppo “Articolo 29” (WP29).
Codacons: accolte le nostre richieste
Con la decisione di chiedere chiarimenti sulle violazioni commesse da Facebook in Italia il Garante per la privacy ha accolto in pieno la nostra istanza. Lo afferma il Codacons, commentando la decisione del Garante Antonello Soro in merito al procedimento sullo scandalo “Datagate”.
“Nei giorni scorsi avevamo presentato una istanza al Garante per la privacy chiedendo di accertare in modo chiaro le violazioni commesse da Facebook a danno degli utenti italiani e di identificare tutti i soggetti coinvolti – spiega il Codacons –. La risposta pervenuta da Soro ci soddisfa, ma attendiamo gli esiti delle indagini aperte sul caso da Procura di Roma e Antitrust, procedimenti avviati su esposto Codacons, unica associazione che in Italia si è attivata a tutela degli utenti coinvolti”.
E proprio in relazione alle iniziative legali avviate dal Codacons, sono arrivate le prime adesioni alla class action promossa dall’associazione negli Stati Uniti contro Facebook da parte di utenti i cui dati risultano essere stati utilizzati da Cambridge Analytica.