Coldiretti: niente riposo anche per tanti agricoltori che devono lavorare i terreni o raccogliere frutta e ortaggi
Sono oltre 200mila gli allevatori, i pastori e gli agricoltori che il Primo Maggio resteranno al lavoro per non lasciare soli i propri animali nelle stalle e sui pascoli o per seguire gli ospiti negli agriturismi. È quanto rileva la Coldiretti in occasione della prossima giornata di festa durante la quale nelle aziende agricole l’attività non può chiudere perché le mucche, le pecore e le capre vanno munte, i vitelli accuditi, i polli e conigli nutriti per garantire il loro benessere e la qualità del Made in Italy.
“A questi – sottolinea la Confederazione – si aggiungono anche i tanti agricoltori che devono cogliere l’occasione delle condizioni climatiche favorevoli per svolgere le operazioni colturali nei terreni o raccogliere la frutta e verdura già matura”.
“La vita in campagna – precisa la Coldiretti – è condizionata dai ritmi della natura ma anche dall’esigenza di rispondere alle domande dei cittadini come nel caso dei 23mila agriturismi presenti lungo la Penisola che saranno aperti durante tutto il ponte del Primo Maggio”.
Almeno 4 italiani su 10 saranno infatti in viaggio per il Primo Maggio privilegiando mare (33%) ma anche il verde, tra campagne, parchi e oasi naturali (32%) con 1,2 milioni di italiani e stranieri seduti a tavola negli agriturismi secondo le previsioni di Coldiretti.
Intanto circa seicentomila persone hanno visitato nei tre giorni del fine settimana il Villaggio Coldiretti a Bari, che ha portato sul lungomare Imperatore Augusto un chilometro e mezzo di mercati, cibo di strada contadino ed esposizioni ad hoc.
Al Villaggio è stato possibile acquistare direttamente dagli agricoltori, le eccellenze del made in Italy ma anche gustare piatti di altissima qualità con i menu preparati dagli agrichef di Campagna Amica a prezzi popolari, per dare a tutti la possibilità di vivere un giorno da gourmet.
La rassegna ha ospitato quasi 200 stand tra mercati degli agricoltori, aree del gusto, street food, stalle, agriasili, fattorie didattiche, orti, antichi mestieri, pet therapy, laboratori, trattori e nuove tecnologie e workshop, assieme a oltre ventimila agricoltori dalla Puglia, Calabria, Basilicata e dalle altre regioni del Mezzogiorno ma anche dalle aree terremotate.
Nella tre giorni sono state raccolte anche le firme per la campagna #stopcibofalso per chiedere alla UE l’etichettatura d’origine su tutti i prodotti alimentari. Curiosità e folla di visitatori anche per il primo “Open day dell’agricoltura” con le storie, i volti e le idee dei giovani che hanno trovato nei campi un lavoro e un progetto di vita. Visitatori in Puglia da ogni parte d’Italia, ma anche dalla Francia, dalla Gran Bretagna, dalla Germania e dalla Spagna hanno affollato le due ali di stand con centinaia di prodotti tipici, assaggiando succhi di bergamotto, salumi, formaggi, dolci, biscotti, facendo acquisti e mangiando specialità del Made in Italy al 100%.
“La palma di piatto più apprezzato – spiega Coldiretti – se la sono spartita ex aequo la patata fritta di Galatina, il tipico panino con il polpo ai ferri, il pesce fritto e crudo e le orecchiette con le cime di rapa e poi le fragole del Metaponto”.
Subito a ruota i gustosi secondi della braceria, tra hamburger italiani di carne di manzo e di maiale, bistecchine e galletti, tutto certificato Made in Italy. Curiosità ha destato l’abbinamento sperimentale del riso al primitivo di Manduria, apprezzati la focaccia e i panzerotti e grande entusiasmo anche per la pasta 100% di grano duro italiano al pomodoro, con funghi cardoncelli e all’amatriciana, per la popizza con un impasto fritto dolce di farina e acqua e per la pitta ‘mpigliata, tradizionale dolce calabrese con noci, fichi, miele, chiodi di garofano, scorza d’arancia e uvetta.