I dati dell’Abi sul sostegno alla disponibilità di credito per le Pmi: controvalore di debito residuo di 126 miliardi di euro
Da agosto 2009 fino a marzo 2018 le banche hanno accolto 439.729 domande delle Pmi di sospensione del pagamento delle rate per un controvalore complessivo di debito residuo pari a 126 miliardi di euro e una maggior liquidità a disposizione delle imprese di 24,9 miliardi di euro. Inoltre, sono state accolte 26.951 domande di allungamento del piano di ammortamento pari a 7,7 miliardi di euro di debito residuo.
Questo lo sforzo del settore bancario con le iniziative promosse dall’Abi sul sostegno alla disponibilità di credito per le Pmi. A partire dal primo “Avviso Comune” del 2009 allo strumento “Imprese in ripresa”, valida fino al 31 luglio 2018 – che rientra nel più ampio “Nuovo Accordo in favore delle piccole e medie imprese” – il mondo bancario ha confermato il suo sostegno ai diversi settori economici, in tutto il corso della crisi e ora nella fase di rilancio dell’economia.
In questo caso si tratta della possibilità per tutte le Pmi “in bonis” di:
- sospendere la quota capitale delle rate di mutui e leasing, anche agevolati o perfezionati con cambiali;
- allungare il piano di ammortamento dei mutui e le scadenze del credito a breve termine e del credito agrario.
L’analisi relativa alla distribuzione delle domande per attività economica dell’impresa richiedente evidenzia che:
- il 25,1% delle domande è riferito ad imprese del settore “commercio e alberghiero”;
- il 14,3% delle domande è riferito ad imprese del settore “industria”;
- il 18,1% delle domande è riferito ad imprese del settore “edilizia e opere pubbliche”;
- il 9,3% delle domande è riferito ad imprese del settore “artigianato”;
- il 7,1% delle domande è riferito ad imprese del settore “agricoltura”;
- il restante 26,1% agli “altri servizi”.
L’analisi relativa alla distribuzione territoriale delle domande accolte, per sede legale dell’impresa richiedente, evidenzia che:
- il 62,1% è riferito ad imprese residenti nel Nord Italia;
- il 20,9% è riferito ad imprese residenti nel Centro Italia;
- il 17,0% è riferito ad imprese residenti nel Sud Italia.