Italia sotto la grandine, la mappa dei danni della Coldiretti: dalla Lombardia alla Puglia vigneti e frutteti “bombardati” da chicchi di ghiaccio
Italia devastata dalla grandine da Nord a Sud, con frutteti, ortaggi, pascoli, serre e campi di mais distrutti. È quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti in relazione all’ultima ondata di maltempo che ha colpito la Penisola con tempeste di acqua e ghiaccio.
Nell’attuale fase stagionale con le piante da frutto pronte per la raccolta e le verdure in campo, la grandine è l’evento più temuto dagli imprenditori agricoli per la perdita dell’intero raccolto dopo un anno di lavoro.
“In Lombardia, tra le province di Lecco, Como e Varese – spiega la Coldiretti – vigneti e frutteti sono stati falciati da un bombardamento di chicchi di ghiaccio che ha distrutto fino al 90% del foraggio per gli animali, con serre divelte e frantumate e un panorama artico sul lago a Como con fiumi di acqua e ghiaccio”.
La tempesta di grandine ha colpito anche l’alto Piemonte devastando serre e fiori sul lago Maggiore. E se in Puglia i tradizionali campi di cipolla sono stati sepolti da chicchi di ghiaccio grandi come noci, in Sardegna lo straripamento del Rio Mannu ha travolto le recinzioni deli ovili, cancellato le strade che i pastori usano per raggiungere le greggi e trasportare il latte.
Intanto in Campania, in provincia di Benevento sale la conta dei danni nelle aree investite dalla bufera di chicchi di ghiaccio grandi come nocciole che ha devastato il 30% delle colture da vigneti a uliveti, dai frutteti con mele e ciliege pronte alla raccolta fino agli ortaggi, con punte del 100% nell’epicentro della tempesta, che ha anche abbattuto alberi e rotto rami.
Il clima impazzito nel 2018 ha già provocato danni all’agricoltura per oltre 400 milioni di euro. Siamo di fronte all’ultima perturbazione in un inizio di anno iniziato con neve, pioggia e gelo che ha distrutto gli ortaggi in campo e provocato perdite consistenti nelle piante da frutto e soprattutto gli ulivi con almeno 25 milioni di piante colpite dalla Puglia all’Umbria, dall’Abruzzo sino al Lazio con danni che, a seconda delle regioni, incideranno tra il 15% e il 60% della prossima produzione. L’andamento anomalo di quest’anno conferma i cambiamenti climatici in atto che si manifestano proprio con la più elevata frequenza di eventi estremi.