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Istat: stop crescita secondo indicatori economici

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Codacons: “Colpa dello stallo politico, anche i consumi sono fermi”

Il commercio internazionale e l’economia dell’area euro mostrano lievi segnali di rallentamento. Nel primo trimestre del 2018 la crescita dell’economia italiana è stazionaria, allo stesso ritmo dei trimestri precedenti. La produzione del settore manifatturiero e le esportazioni registrano invece alcuni segnali di flessione secondo la nota mensile Istat.

In particolare, secondo l’istituto di statistica, il ritmo di crescita dell’economia italiana si mantiene stabile (+0,3% la crescita congiunturale nel primo trimestre 2018), sostenuto dalla domanda interna, mentre la componente estera netta ha fornito un contributo negativo. In particolare il valore aggiunto dell’industria ha segnato una variazione pressoché nulla, interrompendo il percorso di crescita degli ultimi trimestri.

L’occupazione nel nostro Paese è tornata ad aumentare anche se il processo di crescita dell’occupazione femminile ha segnato una pausa. L’inflazione si conferma moderata e in ripiegamento. Secondo l’Istat inolte l’indicatore anticipatore si mantiene su livelli elevati anche se si rafforzano i segnali di rallentamento delineando uno scenario di minore intensità della crescita economica.

“La situazione di impasse politica in cui versa il nostro Paese influisce in modo evidente sulla crescita dell’economia italiana”. Lo afferma il Codacons, commentando la nota mensile Istat che conferma in pieno gli allarmi lanciati a più riprese dall’associazione.

“Tutti gli indicatori economici registrano un preoccupante rallentamento nella crescita dell’Italia – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Dalla fiducia di consumatori e imprese all’industria si registra una inversione di tendenza, con dati in diminuzione. Non va meglio per i consumi, che continuano a non crescere con effetti deleteri sul commercio ma anche sui prezzi al dettaglio, che ad aprile sono risultati in forte rallentamento”.

“È evidente che lo stallo politico e i ritardi nella formazione del nuovo Governo a due mesi dalle elezioni stanno influendo negativamente sull’economia e sulla crescita del Paese” aggiunge Rienzi.

Con la nota odierna inoltre l’Istat smentisce in modo categorico le errate valutazioni di alcune associazioni che, nonostante il calo della fiducia di imprese e consumatori, avevano minimizzato gli effetti negativi sulla crescita, effetti che al contrario risultano evidenti e certificati ora dall’istituto di statistica.

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