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Minori non accompagnati, il garante alle istituzioni: attuare la legge

migrante

Appello perché i tribunali nominino i tutori. L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza: “Troppi minori non accompagnati concentrati in Sicilia pongono a rischio il sistema”

L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), Filomena Albano, ha inviato al presidente del Consiglio, ai ministeri coinvolti, ai presidenti delle Regioni, al vicepresidente del Csm e alla Conferenza Stato Regioni una nota sullo stato di attuazione della legge sui minori stranieri non accompagnati (Mnsa) a un anno dall’entrata in vigore, avvenuta il 6 maggio 2017.

L’invito è di intensificare gli sforzi per realizzare un sistema di accoglienza completo, efficace e omogeneo sul territorio nazionale. “L’obiettivo – afferma la Garante – è tutelare e dare piena attuazione ai diritti e al superiore interesse del ‘minore’, così come previsto dalla normativa internazionale e nazionale”.

I numeri dei minori non accompagnati. In Italia al 31 marzo risultano presenti 13.838 migranti sotto i 18 anni privi di adulti di riferimento (a febbraio erano 14.338). Nel dicembre 2017 ne erano stati contati 18.303. Sono invece oltre 4000 gli aspiranti tutori volontari, i cui corsi di formazione sono iniziati nello scorso autunno. I nominativi di circa mille tutori sono già stati trasmessi ai tribunali per i minorenni, che sono ora tenuti a designarli. L’aver trasferito  a livello nazionale l’esperienza dei tutori volontari – già sperimentata localmente e in alcuni paesi europei – è una delle novità introdotte dalla legge 47 sui minori non accompagnati, normativa per la quale l’Italia è annoverata tra le buone prassi europee.

Una legge da attuare pienamente. “Pur nella consapevolezza degli sforzi fatti, ad oggi, vi sono però aspetti della legge che ancora non hanno avuto piena attuazione” avverte la Garante Albano. L’elenco è ampio. Si va dai regolamenti di attuazione, che avrebbero dovuto esser adottati, alle stesse nomine dei tutori. “Da una campionatura parziale, salvo alcune realtà che hanno avviato da tempo queste esperienza, il numero di quelli nominati dai tribunali resta ancora esiguo” registra l’Autorità garante.

Nominare presto i tutori volontari. “Occorre valorizzare il contributo di solidarietà di questi cittadini con la nomina tempestiva, da parte dei giudici, dei tutori già formati e inseriti negli elenchi” sollecita la Garante nel riassumere i contenuti della nota inviata a Governo, Regioni e Csm. Tutori per i quali serve istituire una polizza assicurativa per la responsabilità civile, prevedere permessi di lavoro e assicurare il rimborso delle spese sostenute. Le nomine inoltre, perché la tutela sia effettiva, dovranno avvenire tenendo conto della vicinanza territoriale tra minorenni e tutori. Va quindi attivata una sinergia tra tutti gli attori del sistema di protezione e accoglienza, i garanti, i tribunali, i servizi sociali, le prefetture e le questure.

Le criticità dell’accoglienza in Italia. Non è stato ancora adottato il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che definisce la procedura per il primo colloquio con il ‘minore’ da parte del personale della struttura di prima accoglienza. “Anche questo decreto, come gli altri, andrebbe adottato quanto prima” sostiene l’Agia. Va approvato anche un protocollo multidisciplinare, unitario per tutta Italia, per accertare l’età dei non accompagnati. E va creato un format unico e condiviso per la “cartella sociale” degli Msna, contenente le informazioni fondamentali e la tracciabilità della presa in carico. Tutte le questure italiane, infine, dovrebbero uniformarsi alle circolari del Ministero dell’Interno che non subordina il rilascio del permesso di soggiorno ai minorenni soli alla presentazione del passaporto o di un altro documento di identità.

Accorciare i tempi di permanenza. “È poi necessario garantire il rispetto dei 30 giorni previsti dalla legge come termine massimo di permanenza nelle strutture di prima accoglienza” aggiunge la Garante. I ragazzi, secondo l’Agia, andrebbero spostati tempestivamente in quelle di seconda accoglienza.

Distribuire i ‘minori’ sul territorio. Quattro minori stranieri su di 10 di quelli presenti in Italia sono concentrati in Sicilia. “La loro costante presenza in questa regione rischia di far fallire tutto il sistema di accoglienza e protezione per i ‘minori’, incluso  quello del tutore” avverte l’Autorità garante. “Gli aspiranti tutori sono distribuiti in modo quasi uniforme sul territorio nazionale, i ragazzi sono invece localizzati prevalentemente in Sicilia: si rischia così di non garantire standard accettabili di accoglienza e di integrazione dei giovani”.

Andare oltre la tutela con l’affido. Il ricorso all’affido, istituto giuridico consolidato, presenta ancora delle criticità. “Bisogna incoraggiare, sostenere e favorire l’affido – dice l’Autorità garante – Esso non solo risponde agli obiettivi di integrazione e inclusione, ma consente ai bambini e ai ragazzi di trovare un punto di riferimento stabile nella famiglia affidataria.

Msna maggiorenni da integrare. I 18 anni, poi, arrivano presto per i minori stranieri non accompagnati: oltre l’80% ha tra i 16 e i 17 anni. “Nel poco tempo disponibile – osserva la Garante Albano – non riescono a completare il percorso verso l’autonomia e a integrarsi. Bisogna allora garantire loro un prolungamento del supporto attivando il cosiddetto ‘prosieguo amministrativo’ previsto dalla legge 47. Serve informare i soggetti deputati ad attivare questa procedura e prevedere risorse finanziarie per gli enti competenti. Nella stessa ottica vanno finanziati percorsi di autonomia e sostenute le iniziative per promuoverne l’integrazione sociale e lavorativa”.

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