La richiesta del Codacons ai presidenti di Camera e Senato: “Sprechi per milioni di euro, parlamentari a stipendio pieno senza lavorare in attesa di una maggioranza”
Il Governo è ancora lontano dalla sua formazione, a meno di colpi di scena nel terzo giro di consultazioni di oggi al Quirinale, ma intanto i parlamentari eletti lo scorso 4 marzo percepiscono uno stipendio pieno.
Con una istanza inviata ai Presidenti di Camera e Senato e ai Capigruppo dei vari partiti presenti in Parlamento, il Codacons chiede oggi di dimezzare i compensi percepiti da Deputati e Senatori. Alla base della richiesta dell’associazione, il blocco dei lavori parlamentari, con le Commissioni inattive in attesa della formazione del nuovo Governo.
Scrive il Codacons nell’atto: “Si assiste in maniera surreale e apparentemente illegittima ad una clamorosa “impasse parlamentare” con le Camere ferme da due mesi e l’impossibilità di procedere alla formazione delle Commissioni e alla formazione di un Governo che possa garantire stabilità al paese, con evidente e conseguente danno non solo per la collettività ma per l’economia del paese. Una situazione che deve necessariamente essere accertata poiché in caso di responsabilità degli attuali parlamentari in carica e dei membri del governo in carica potrebbero sorgere fattispecie penalmente rilevanti quali il reato di Malversazione a danno dello Stato e Omissione di atti d’ufficio, oltre che possibili illeciti fonte di danno erariale”.
Considerata inoltre la natura di pubblici ufficiali dei parlamentari, il rischio è anche il realizzarsi del reato di “peculato” in relazione all’appropriazione indebita di soldi pubblici.
“In sostanza i parlamentari italiani percepiscono da due mesi uno stipendio senza lavorare – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Uno spreco inaccettabile di soldi pubblici e una violazione delle norme vigenti. L’art. 1460 del codice civile stabilisce infatti che si possa rifiutare di adempiere ad una obbligazione se la controparte non adempie la propria; una fattispecie che trova riscontro nella situazione odierna del Parlamento, con gli italiani che pagano i compensi di Deputati e Senatori (e quindi adempiono la propria obbligazione) senza ottenere tuttavia la controprestazione dei lavori parlamentari”.
Per tale motivo il Codacons ha chiesto oggi a Camera e Senato e ai partiti politici di ridurre del 50% gli emolumenti spettanti a Deputati e Senatori, almeno fino al momento in cui il Parlamento non tornerà ad operare in modo regolare attraverso le sue Commissioni.