Sabato 22 maggio sarà finale inedita della Clericus Cup, il campionato pontificio promosso dal Csi. Nelle due semifinali gli statunitensi hanno superato 4-2 il Sedes Sapientiae mentre i campioni in carica del Collegio Urbano hanno liquidato 3-0 la Gregoriana
Sarà Usa contro Africa la finale inedita della 12ma edizione della Clericus Cup, il Mondiale vaticano promosso dal Csi, con il patrocinio dell’Ufficio sport della Cei, del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e del Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano. I seminari del North American Martyrs e del Pontificio Collegio Urbanostamattina hanno staccato il pass per l’atto finale, vincendo le rispettive semifinali. Gli statunitensi hanno superato 4-2 i trasteverini del Sedes Sapientiae, grazie ad una doppietta di Paul Floersch, attaccante del Nebraska, autore dell’1-0 (tap in dopo aver visto parato il rigore da lui stesso calciato) e del 3-1.
Le altre reti “stars and stripes”, su corner nel finale di primo tempo firmata da Tony Klein e il gol della sicurezza nel finale di Kyle Poye. Il Sedes Sapientiae, sempre a rincorrere, aveva pareggiato 1-1 con un bel gol del ghanese Bebe Guo, e accorciato nella ripresa sul 3-2 con un incursione del messicano Ceferino Carmona. Episodio chiave del match la mancata espulsione a 8 minuti dallo scadere del difensore USA John Pankratz, autore di un fallo da ultimo uomo quando il bomber biancorosso Nyamwihula, lanciato a rete, era ormai pronto a calciare il gol del 3-3. Solo giallo per lui, nemmeno il cartellino azzurro dell’espulsione. Proteste sì, ma garbate e momentanee per i sacerdoti del Sedes, in panchina. Già al fischio finale è infatti arrivata l’assoluzione per l’arbitro. “Quando la partita è finita non c’è più nulla da dire o fare – afferma composto padre Josefo Huerta, formatore dell’Opus Dei e allenatore del Sedes”.
Dagli spalti il coro di moda nei massimi tornei calcistici approda anche in Vaticano. Il coro per l’arbitro “Insensibile!” arriva anche all’ombra del Cupolone, ma per i trasteverini battuti non ci sono alibi.
“L’arbitro non c’entra – afferma il centrocampista venezuelano, capitan Parra – loro correvano più di noi. Peccato aver regalato il rigore in apertura di match, e non aver protetto la parata del nostro portierone che aveva respinto il tiro dagli 11 metri”.
Nell’altra semifinale, i Leoni d’Africa scudettati del Collegio Urbano hanno sbranato anche la Gregoriana e adesso solo i cugini del North American Martyrs li separano dal quarto scudetto clericale. Nessuna vendetta per la Gregoriana, sconfitta come nella finale di un anno fa, ma con un parziale più duro. Il 3-0, per i pur generosi uomini di Caioli, è una sentenza troppo pesante ma la sconfitta è netta. Hanno vinto i più forti, per gli amaranto come occasioni gol, solo il palo di Duarte Rosado del possibile 1-1. A regalare la vittoria all’Urbano i gol del sudafricano Biata, e nella ripresa del tandem ugandese Kayiwa e Ssekate.
Mai i due seminari, Urbano e North American College, si erano affrontati in finale di Clericus Cup. Sarà la prima volta che il derbyssimo del Gianicolo assegnerà il Saturno, pur avendo entrambe le formazioni raggiunto la quinta finale di Clericus Cup. Dal 2009 al 2013 gli americani vinsero due delle quattro disputate. Poi, dal 2014 ad oggi l’Urbano è sempre arrivato in finale, vincendo tre volte lo scudetto ecclesiastico