Esperienze d’avanguardia in Toscana e studi internazionali confermano: denti e mascelle efficienti antidoto della demenza. Al Congresso nazionale sui Centri Diurni Alzheimer i risultati dei test sui pazienti delle RSA e su 30mila ultra50enni di 14 Paesi UE
Per la scienza ormai è certo: masticare bene giova al corpo e alla mente, aiuta digestione e umore ma, aspetto inedito, frena anche il progredire delle demenze e perfino l’insorgere della malattia.
Ecco perché le esperienze d’avanguardia della speciale equipe odontoiatrica della ASL Toscana Centro sono uno degli argomenti di spicco con cui si apre domani a Montecatini Terme (Teatro Verdi) il 9° Congresso nazionale sui Centri diurni Alzheimer.
Da alcuni anni l’equipe fornisce totale assistenza dentistica gratuita a domicilio (protesi comprese) agli anziani in stato più o meno grave di deficit cognitivo. Un progetto, spiega la responsabile Caterina Perra, nato nel contesto delle più avanzate ricerche internazionali circa il rapporto tra masticazione e funzioni cerebrali superiori. Lo finanzia la Regione Toscana ed è unico in Italia dove, come noto, il settore dentistico è da sempre in mano ai privati con costi conseguenti.
“Da noi curarsi i denti è molto caro e tanti non se lo possono permettere – ricorda Perra -. Per paradosso ne è escluso proprio che avrebbe più bisogno di mantenere quel soddisfacente stato di salute orale che garantisce e promuove il benessere generale, migliora la qualità di vita, lo stato nutrizionale e cognitivo, l’integrazione sociale e familiare. Noi cerchiamo di colmare, almeno in parte, questo vuoto assistenziale”.
Secondo l’ISTAT in Italia è senza denti (edentulia) il 10,9% della popolazione, un dato più o meno in linea con altri Paesi europei (Belgio 14,7%, Inghilterra 13%). Fino ai 44 anni è una condizione pressoché sconosciuta. Ma tra i 45-54enni si arriva al 3%, quota che sale già al 10,5% tra i 55-64enni e al 22,6% i 65-69enni. Negli over 80 raggiunge il 60%. Tra gli anziani hanno una protesi totale il 42,1% dei 75-79enni e il 52,2% degli ultra 80, il 5,9% dei quali non ha né denti né protesi.
In queste età avanzate, vittime privilegiate di Alzheimer, masticare bene è più fondamentale che mai. Le indagini epidemiologiche condotte in questi anni su migliaia di anziani nelle Residenze Assistite della Toscana, spiega la dottoressa Perra, permettono di correlarne lo stato di salute orale con l’autosufficienza e l’autonomia. Valutati con lo speciale indice EBS (Eating Behavior Scale), i pazienti con denti o protesi presentano un grado di orientamento spazio-temporale assai migliore, oltre a essere capaci di accostarsi al cibo con autonomia sufficiente ed evidenti effetti positivi generali.
Questi risultati sono confermati da numerosi studi internazionali, l’ultimo dei quali condotto dall’università olandese Radboud su dati UE – SHARE (Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe) relativi a un campione di 28.693 persone con più di 50 anni in 14 Paesi europei, Italia inclusa.
“Nel complesso – commenta Perra – sembra assodato che masticare bene mantiene un miglior funzionamento cognitivo, a prescindere dallo stato di salute generale. I dati sperimentali ci dicono che masticare aiuta a tener viva la funzione dellʼippocampo, una delle zone cerebrali connesse ai processi di apprendimento. Ma invecchiando la forza della masticazione si riduce, i muscoli della bocca si indeboliscono, cedono i denti. Il che può influire anche sulla degenerazione della memoria”.
Da qui il rischio di sviluppare la demenza. Ma da qui anche l’idea crescente che masticare bene può essere un eccellente antidoto del decadimento cognitivo. Ossia denti e mascelle efficienti per conservare giovane il cervello, mantenere coscienza di sé e la voglia di vivere.