Rincari dei carburanti, il Codacons: “Gli italiani pagano la benzina l’11,7% in più rispetto agli automobilisti europei. Pronti a denunce contro le speculazioni sui listini”
Gli automobilisti italiani pagano la benzina l’11,7% in più rispetto alla media europea. Lo denuncia il Codacons, sottolineando che il divario con gli altri Paesi è destinato a crescere nei prossimi giorni visti gli ultimi rincari dei carburanti.
“In base agli ultimi dati comunitari disponibili e resi noti lo scorso 14 maggio, per un litro di benzina si spende in Italia l’11,7% in più rispetto la media Ue: in Europa infatti un litro di benzina costa mediamente 1,437 euro al litro – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Per il gasolio, il cui prezzo medio Ue si ferma a 1,333 euro/litro, i listini sono più cari dell’11,3%. Ciò significa che per un pieno di benzina un italiano spende 8,5 euro in più rispetto alla media europea, +7,5 euro nel caso di un pieno diesel”.
“Un divario inaccettabile che porta un automobilista italiano a spendere +204 euro all’anno di benzina rispetto alla spesa media europea, ipotizzando due pieni di carburante al mese. Divario che purtroppo – avvisa il Codacons – è destinato a crescere nei prossimi giorni, considerando che i listini alla pompa in Italia sono in forte rialzo”.
“Siamo pronti a presentare una raffica di denunce alla magistratura contro qualsiasi speculazione sui prezzi dei carburanti in Italia, perché le variazioni dei listini alla pompa rispetto alle quotazioni del petrolio non possono essere così pesanti e così immediate, considerate anche le scorte acquistate dagli operatori nei mesi scorsi” conclude Rienzi.
Accise benzina: paghiamo ancora la Guerra d’Etiopia del 1935
La tassazione sui carburanti ha raggiunto oramai livelli insostenibili in Italia, al punto che su un pieno di benzina da 80 euro, ben 51,2 euro se ne vanno in tasse. Ad oggi la tassazione sulla benzina rappresenta il 64% del prezzo pagato dai consumatori, percentuale che scende al 60% per il gasolio. Gli automobilisti subiscono una doppia tassazione, perché pagano sia le accise, ossia tasse di scopo inserite per finanziare emergenze e mai più eliminate, sia l’IVA al 22%. Una situazione che non trova eguali in Europa, e rappresenta un danno miliardario per i cittadini.
“Basti pensare che per ogni litro di carburante acquistato in Italia, i consumatori pagano ancora la Guerra d’Etiopia del 1935 o il disastro del Vajont del 1963 – spiega il Codacons -. Questo avviene perché gli automobilisti vengono usati come “bancomat” dai vari governi, attraverso l’introduzione di accise per far fronte ad emergenze momentanee, vere e proprie tasse di scopo che non vengono più eliminate”.
Ecco di seguito l’elenco delle accise che oggi si pagano su ogni litro di carburante acquistato in Italia:
- 0,000981 euro: finanziamento per la guerra d’Etiopia (1935-1936)
- 0,00723 euro: finanziamento della crisi di Suez (1956)
- 0,00516 euro: ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963)
- 0,00516 euro: ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966)
- 0,00516 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968)
- 0,0511 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976)
- 0,0387 euro: ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980)
- 0,106 euro: finanziamento per la guerra del Libano (1983)
- 0,0114 euro: finanziamento per la missione in Bosnia (1996)
- 0,02 euro: rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004)
- 0,005 euro: acquisto di autobus ecologici (2005)
- 0,0051 euro: terremoto dell’Aquila (2009)
- da 0,0071 a 0,0055 euro: finanziamento alla cultura (2011)
- 0,04 euro: emergenza immigrati dopo la crisi libica (2011)
- 0,0089 euro: alluvione in Liguria e Toscana (2011)
- 0,082 euro (0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” (2011)
- 0,02 euro: terremoto in Emilia (2012)