Nessuna compensazione agli utenti Facebook vittime dello scandalo Cambridge Analytica “se il Gdpr non era in vigore al momento in cui è avvenuta la violazione della privacy”. Interviene l’associazione dei consumatori
Ridicola e assurda. Così il Codacons boccia senza appello la misura annunciata dai 28 rappresentanti dei Garanti della privacy del nuovo organismo Ue che li raccoglie, secondo cui la compensazione per gli utenti i cui dati personali siano stati violati non è riconosciuta se il Gdpr (ossia il nuovo regolamento sulla protezione dati entrato in vigore il 25 maggio) “non era in vigore al momento in cui è avvenuta la violazione”.
“Si tratta di un orientamento che lede con i diritti internazionalmente riconosciuti agli utenti, e di una regola che non ha alcun valore pratico – spiega il presidente dell’associazione dei consumatori Carlo Rienzi –. La violazione della privacy, infatti, produce un danno agli utenti che può essere sempre risarcito nelle opportune sedi, indipendentemente dal fatto che la violazione sia avvenuta prima o dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento”.
“E’ grave che i Garanti per la privacy abbiano voluto privare i cittadini del diritto ad una compensazione, e tutte le vittime dello scandalo Cambridge Analytica, in base alla nuova regola, non avrebbero diritto ad alcun risarcimento” prosegue Rienzi.
“Al contrario gli utenti che hanno subito la violazione dei propri dati personali da parte di Facebook possono aderire all’azione collettiva lanciata dal Codacons, e ottenere il risarcimento dei danni subiti” conclude Rienzi. Info su www.codacons.it.