Coldiretti: con il caldo portato dall’anticiclone africano gli italiani tornano a prendersi cura di orti e giardini, in continuo aumento da Nord a Sud
Con l’arrivo del caldo che ha asciugato i terreni resi fradici dalle ultime piogge, 6 italiani su 10 sono tornati all’aperto per la cura di verdure, ortaggi, di piante e fiori in vaso o nella terra, in orti, giardini, balconi e terrazzi.
È quanto afferma la Coldiretti in relazione all’arrivo dell’anticiclone africano che ha fatto alzare le temperature lungo la Penisola, nonostante l’arrivo di temporali violenti, forti venti e grandinate al nord che rischiano di far salire il conto di 400 milioni di danni provocati dal clima impazzito all’agricoltura dall’inizio dell’anno.
Quella dell’orto e del giardinaggio è una passione che coinvolge un numero crescente di italiani tanto che sono sempre di più le amministrazioni pubbliche che organizzano spazi attrezzati. Nei capoluoghi di provincia in cinque anni si è registrata una crescita del 36,4% con il record di oltre 1,9 milioni di metri quadri di terreno di proprietà comunale, divisi in piccoli appezzamenti e adibiti alla coltivazione familiare, secondo i dati report Ambiente urbano 2017 di Istat.
Il popolo degli hobby farmes però non passa all’azione solo su aree pubbliche organizzate, ma si dedica anche al recupero di terre abbandonate lungo le linee ferroviarie, lungo i canali, nelle zone pedonali, ma anche all’interno dei condomini con una vera e propria rinascita fatta di frutta, verdura, ortaggi ma anche di piante, fiori e piante aromatiche, senza dimenticare gli orti nelle scuole dove i bambini imparano dal vino i cicli delle stagioni e la vita della piante.
Si tratta di una passione con una diffusione trasversale tra uomini e donne, fasce di età e territori di residenza anche se dall’analisi emerge una percentuale più alta tra i giovani rispetto agli anziani e tra le donne rispetto agli uomini, con una presenza anche di stranieri.
“Le motivazioni degli hobby farmers – spiega un’indagine Coldiretti/Ixè – vanno dalla passione di lavorare all’aria aperta alla voglia di vedere crescere qualche cosa di proprio, dal gusto di mangiare od offrire a familiari e amici prodotti freschi, genuini e di stagione al desiderio di risparmiare senza rinunciare alla qualità”.
Chi non ha grandi disponibilità di terra può dare lo stesso libero sfogo al proprio amore per la zappa grazie a soluzioni alternative come gli orti portatili da tenere con sé anche in ufficio, quello verticale che si si sviluppa su pareti di panno e tessuto, l’orto “ecologico” che ricicla materiali di scarto come le bottiglie e i contenitori di plastica oppure quello rialzato “a carrello” per chi ha maggiori difficoltà a piegarsi. Non mancano neppure gli orti spaziali come quello ideato dall’Enea che, in ambienti chiusi come aeroporti, metropolitane, centri commerciali, ma anche estremi come deserti, aeree polari e lo spazio, simula le condizioni di un campo e permette di far crescere ortaggi come patate, pomodori, lattuga e basilico, e per la prima volta persino alberi come l’ulivo.
L’investimento per realizzare un orto tradizionale a terra si può stimare, informa la Coldiretti, intorno ai 250 euro per 20 metri quadrati “chiavi in mano” per acquistare terriccio, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le coltivazioni, sostegni vari, sementi e piantine. Per coltivare su terrazzi e balconi bastano invece poche decine di euro. In ogni caso individuare lo spazio giusto e, la stagionalità, conoscere la terra di cui si dispone, scegliere attentamente semi e piantine a seconda del ciclo e garantire la disponibilità di acqua sono alcune delle regole da seguire per ottenere buoni risultati.
Un successo quello degli orti che ha importanti effetti sul mercato e sull’occupazione infatti le vendite di macchine per il giardinaggio nel 2017 hanno registrato un incremento delle vendite del 7,3% per i trattorini e addirittura del 18,5% per i rasaerba robotizzati, per non parlare delle serre e dei vivai dove gli italiani vanno a rifornirsi di piante e fiori grazie ad un settore che in Italia vale complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro e conta 100mila addetti in 27mila aziende impegnate nella coltivazione di oltre 2.000 specie vegetali.