Dopo lo stop al sistema Tutor sulle autostrade l’associazione dei consumatori chiede di non interrompere il servizio di controllo della velocità e di requisire tutti gli apparecchi presenti sulla rete
I Tutor presenti sulle autostrade italiane non possono essere distrutti e le prefetture devono intervenire per garantire il loro funzionamento fino a che i gestori stradali non li avranno sostituiti con i nuovi strumenti annunciati. Lo afferma il Codacons, che scende in campo a tutela della sicurezza stradale dopo la pronuncia della Corte d’appello di Roma che ha rigettato l’istanza di sospensione della disattivazione del dispositivo Tutor.
“Presentiamo oggi stesso una diffida al Ministero dei Trasporti e ai Prefetti dei territori dove sono installati i Tutor, chiedendo di procedere con urgenza alla loro requisizione allo scopo di evitarne la distruzione disposta dalla Corte d’Appello di Firenze” spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi.
“Un provvedimento d’urgenza e temporaneo, applicabile fino a sostituzione degli apparecchi con quelli di nuova generazioni annunciati dai gestori autostradali, che si rende necessario per garantire la sicurezza stradale e salvare migliaia di vite umane. Il Tutor infatti ha abbattuto del 70% il numero di morti sulle autostrade, e l’esigenza di salvaguardare la salute umana è prioritaria rispetto agli interessi economici dei privati” spiega.
Per tale motivo il Codacons chiede oggi alle istituzioni competenti di non interrompere il servizio di controllo della velocità sulle autostrade, e di requisire tutti i Tutor presenti sulla rete applicando le disposizioni del DPR n. 327 del 2001 secondo cui si può procedere all’esproprio di un bene mobile nel caso in cui si configurino esigenze di pubblica utilità. Lo stesso brevetto del Tutor può essere espropriato dallo Stato in base all’art. 60 del Regio Decreto n. 1127del 1939 che afferma “I diritti di brevetto possono essere espropriati dallo Stato nell’interesse della difesa militare del Paese o per altre ragioni di pubblica utilità”.
Autostrade e Polizia: “La sicurezza sarà ugualmente garantita”
“In relazione alle notizie pubblicate dai media sulla pronuncia della Corte d’Appello di Roma, relativa al rigetto dell’istanza di sospensione degli effetti del dispositivo della precedente sentenza del 10.4.2018, a proposito dell’utilizzo del sistema Sicve-Tutor sulla rete autostradale, Polizia Stradale e Autostrade per l’Italia precisano che a valle dell’avvenuta disattivazione del sistema continueranno, ciascuna per gli obblighi specificamente loro imposti dalla legge, ad avere cura della sicurezza e della incolumità dei cittadini che viaggiano in autostrada”. È quanto si legge in una nota congiunta di Autostrade e Polizia.
“Secondo la Corte Autostrade per l’Italia non ha alcun obbligo di installare sistemi di rilevazione della velocità ed è per tali motivi che la Corte d’Appello non ha ritenuto Autostrade per l’Italia legittimata ad ottenere la sospensione dell’esecuzione della sentenza del 10 aprile scorso. La tutela della sicurezza stradale è in capo alle istituzioni preposte. Polizia Stradale ed Autostrade per l’Italia stanno lavorando per l’attivazione in via sperimentale del nuovo sistema SICVe PM, approvato con provvedimento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti N. 3338 del 31 maggio 2017” conclude la nota.