Nel 1990 una ricercatrice era stata ingiustamente esclusa da un concorso: con l’aiuto del Codacons ha ottenuto un risarcimento di 260mila euro dal Ministero dell’Istruzione
Una vera e propria odissea giudiziaria quella vissuta dalla Prof.ssa Maria Giuseppina Eboli, che solo oggi, dopo 28 anni di battaglie in tribunale intentate attraverso il Codacons e il suo presidente Carlo Rienzi, ha ottenuto dal Ministero dell’Istruzione quasi 260mila euro di risarcimento per i danni economici e morali subiti quando era ricercatrice.
La lunga e complessa vicenda che ha visto protagonista la Prof.ssa Eboli comincia nel lontano 1990, anno in cui la stessa, già ricercatrice presso l’Università La Sapienza di Roma, decide di partecipare al concorso da 35 posti per professore associato del raggruppamento disciplinare “economico estimativo”, come ricostruisce il Codacons.
“A seguito dell’esito negativo del suddetto concorso, avendo avuto contezza delle gravi scorrettezze commesse dalla Commissione giudicatrice, la ricercatrice, con il patrocinio del presidente Codacons, Carlo Rienzi, presentava ricorso al TAR del Lazio, che accoglieva tutte le sue istanze disponendo l’annullamento dell’atto di nomina della Commissione in quanto illegittima. Contro tale sentenza – spiega l’associazione dei consumatori – il MIUR proponeva ben tre distinti ricorsi in appello, tutti inevitabilmente respinti dal Consiglio di Stato. Ciò nonostante, la sentenza rimaneva sostanzialmente lettera morta per l’Amministrazione, tanto che nel 2008 la dott.ssa Eboli era costretta a ricorrere ancora una volta al Tar del Lazio, e ancora una volta vinceva il ricorso”.
Nel 2010 la ricercatrice viene finalmente nominata “professoressa associata”, ma il Ministero rifiuta di riconoscerle qualsiasi indennizzo per i danni provocati sul fronte di quella carriera che le spettava di diritto ma che le era stata privata dalla mala-amministrazione.
Ne nasce così un nuovo ricorso al Tar, ancora una volta attraverso lo studio del presidente Codacons e ancora una volta vinto su ogni fronte da Maria Giuseppina Eboli, con i giudici che ordinano al MIUR di risarcire la professoressa con la doverosa ricostruzione della propria carriera a fini anche economici e previdenziali, nonché il risarcimento di tutti i danni subiti.
“Oggi il Ministero dell’Istruzione ha finalmente staccato un assegno da 257.684 euro per i danni economici e morali inferti alla professoressa – afferma il Presidente Carlo Rienzi –. Rimane l’amarezza per il vergognoso comportamento del MIUR, che ha costretto una ricercatrice ad attendere 28 anni per veder riconosciuti i propri diritti, un ritardo criminale che ha privato la professionista della sua vita lavorativa e di una carriera che le spettava di diritto”.