Frosinone, scoperto palazzo della droga: 13 arresti


Blitz della Polizia in una palazzina in via Bellini a Frosinone, occupata da spacciatori: 13 persone in manette

Un’intera palazzina di via Bellini, a Frosinone, era stata trasformata in un vero e proprio supermercato della droga aperto a tutte le ore: 13 arresti della Polizia

Un’intera palazzina di via Bellini, a Frosinone, era stata trasformata in un vero e proprio supermercato della droga aperto a tutte le ore. La Squadra mobile ha scoperto che lo stabile ospitava solo ed esclusivamente spacciatori e ha arrestato 13 persone.

L’indagine è partita a dicembre del 2015 ed ha portato alla luce un’organizzazione criminale capeggiata da un gruppo di albanesi, che di fatto controllava un intero stabile di edilizia residenziale pubblica a Frosinone, destinandolo come base operativa per lo spaccio di sostanze stupefacenti di vario genere.

Gli acquirenti, infatti, provenienti anche da province limitrofe a Frosinone, sapevano che, in ogni momento del giorno e della notte, potevano liberamente e senza preavviso recarsi nel palazzo e acquistare qualsiasi tipo di droga. La più gettonata era la cosiddetta mini dose di cocaina cotta, ossia cocaina in forma di crack da fumare, del peso di 300 milligrammi, venduta al prezzo di 20 euro; la dose era addirittura reclamizzata a caratteri cubitali sulle mura del palazzo con peso e prezzo.

All’interno dell’organizzazione ognuno aveva compiti ben definiti; c’era chi era predisposto ai turni di vigilanza all’edificio con il compito di indirizzare gli acquirenti e dare l’allarme in caso di arrivo di Forze dell’ordine, ed altri addetti alla vendita, al confezionamento delle dosi ed alla tenuta della contabilità. La droga veniva rifornita da due albanesi, padre e figlio, che operavano a Roma.

Nonostante i ripetuti interventi degli agenti della Squadra mobile, che in flagranza hanno arrestato in diverse circostanze gli addetti allo spaccio, gli associati si sono sempre riorganizzati, modificando le modalità di vendita: dagli appartamenti sono passate all’interno dell’androne delle scale, con le dosi occultate in cassetti nascosti dietro finti battiscopa o, all’interno dei contatori delle utenze del palazzo.

I rifornimenti con i complici di Roma erano continui e, per minimizzare i rischi, i viaggi di rifornimento erano quotidiani, effettuati con mezzi modificati con la realizzazione di vani segreti ove occultare lo stupefacente, i cui quantitativi variavano tra i 100 ed i 500 grammi al giorno.

Il ricavo medio giornaliero dell’organizzazione oscillava tra i 6 mila e gli 8 mila euro, con punte massime che sfioravano i 10 mila euro nei fine settimana o in occasione delle festività di fine anno.