Giovedì Bayer chiuderà l’operazione da 63 miliardi di dollari di acquisto di Monsanto e ritirerà il marchio americano, in uso da 117 anni
Con l’acquisizione di Monsanto da parte della Bayer, dopo la fusione tra DuPont e Dow Chemical e l’acquisizione di Syngenta da parte di ChemChina, il 63% del mercato delle sementi e il 75% di quello degli agrofarmaci è concentrato nelle mani di sole tre multinazionali con un evidente squilibrio di potere contrattuale nei confronti degli agricoltori. È quanto afferma la Coldiretti (www.coldiretti.it) nel commentare la chiusura dell’acquisizione di Monsanto da parte della tedesca Bayer decisa: per il 7 giugno per un prezzo di 63 miliardi di dollari.
“Il nome dell’azienda rimarrà Bayer. I prodotti acquisiti manterranno i loro brand e entreranno a far parte del portafoglio Bayer”, si legge nel comunicato diffuso dal colosso tedesco.
“Il miliardo e mezzo di produttori agricoli mondiali sono stretti in una tenaglia da pochi grandi gruppi multinazionali che dettano le regole di mercato nella vendita dei mezzi tecnici necessari alla coltivazione e all’allevamento nelle aziende agricole, a partire dalle sementi, ma anche – sottolinea la Coldiretti – nell’acquisto e nella commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari”.
“La perdita di potere contrattuale – continua la Coldiretti – si traduce in difficoltà economiche e occupazionali per gli agricoltori a livello globale, ma l’elevata concentrazione mette a rischio anche la libertà di scelta dei consumatori e gli standard di qualità e sicurezza alimentare, oltre che la stessa sovranità alimentare dei vari Paesi e la biodiversità dei singoli Paesi”.
“È evidente la necessità per l’Italia di rafforzare il sistema dei Consorzi Agrari che sono l’unica struttura degli agricoltori italiani in grado – afferma la Coldiretti – di sostenere il potere contrattuale delle imprese agricole di fronte al crescente strapotere delle multinazionali nel mercato dei mezzi tecnici”.
“Oggi i Consorzi agrari sono il riferimento di 300mila aziende diffuse capillarmente su quasi tutto il territorio, comprese le aree più difficili, ed hanno esteso la propria operatività, dall’innovazione tecnologica ai contratti di filiera, dalle agroenergie al giardinaggio, dalla fornitura dei mezzi tecnici alla salvaguardia delle sementi a rischio di estinzione e – conclude la Coldiretti – possono vincere la sfida del futuro con nuovi investimenti la sfida dell’agricoltura di precisione e dell’utilizzo dei big data”.