Blitz della Polizia nel Trapanese. Colpita la rete di fiancheggiatori del super latitante Matteo Messina Denaro: 17 persone indagate
Altro duro colpo per il super latitante Matteo Messina Denaro e per la sua rete di fedelissimi.
Castelvetrano, Mazara del Vallo, Partanna, Santa Ninfa, Salaparuta e Campobello di Mazara, tutte località della provincia di Trapani, sono state al centro di un’operazione della Polizia di Stato contro i fiancheggiatori del latitante Matteo Messina Denaro.
Sono 17 gli indagati che questa mattina sono stati sottoposti a perquisizioni su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
Si tratta di persone che, nel corso degli anni, sono state arrestate per associazione mafiosa e che hanno avuto collegamenti e frequentazioni con appartenenti a Cosa nostra qualcuno in passato è stato accusato di esser in stretti rapporti con Matteo Messina Denaro.
Ora la Direzione distrettuale ha sottoposto queste persone ad una nuova indagine perché sospettate di agevolare la latitanza di Messina Denaro, capomafia della provincia di Trapani.
Nell’attività di polizia sono stati impiegati 150 uomini del Servizio centrale operativo, delle Squadre mobili di Palermo e di Trapani e del Reparto prevenzione crimine di Palermo che hanno perquisito edifici, abitazioni, attività commerciali e imprenditoriali di persone legate al boss latitante.
Durante l’operazione sono state utilizzate anche attrezzature speciali per verificare l’esistenza di cavità o nascondigli all’interno degli edifici.
L’attività investigativa di oggi dà un altro duro colpo alle famiglie mafiose del trapanese, dopo i 21 arresti di boss e gregari di Cosa nostra finiti in cella ad aprile, nell’operazione “Anno Zero” contro i clan di Castelvetrano, Partanna e Mazara del Vallo.
Trapani colpita la rete di fiancheggiatori latitante Matteo Messina Denaro perquisizioni in corso a Castelvetrano Mazara del Vallo Partanna Santa Ninfa Salaparuta e Campobello di Mazara 17 persone indagate impiegati agenti #Sco #Squadramobile #Repartoprevenzionecrimine pic.twitter.com/IO9bFjWzaZ
— Polizia di Stato (@poliziadistato) June 5, 2018