Dalla Libia alla Siria: esami sotto le bombe per 8 milioni di studenti


UNICEF: in Medio Oriente e Nord Africa 8 milioni di minori stanno sostenendo gli esami scolastici di fine anno tra tante difficoltà

Dalla Libia alla Siria, dall'Iraq allo Yemen, circa 8 milioni di bambini in Medio Oriente e Nord Africa stanno sostenendo gli esami scolastici di fine anno tra enormi difficoltà legate ai conflitti.

Dalla Libia alla Siria, dall’Iraq allo Yemen, circa 8 milioni di bambini in Medio Oriente e Nord Africa stanno sostenendo gli esami scolastici di fine anno tra enormi difficoltà legate ai conflitti.

A lanciare l’allarme è l’UNICEF: “I bambini nella regione affrontano una grande sfida nel frequentare la scuola e sostenere l’esame nazionale. Le famiglie sono sempre più esposte alla povertà, al lavoro minorile, all’impossibilità di permettersi mezzi di trasporto per andare a scuola, al sovraffollamento, alla mancanza di insegnanti e spazi per la scuola e un’istruzione di scarsa qualità. 1 bambino su 5 nella regione vive in paesi colpiti da conflitto”.

Per raggiungere i centri dove si svolgono gli esami nazionali in Siria, i bambini rischiano di essere fermati e interrogati ai checkpoint. Il conflitto che dura ormai da 7 anni ha costretto 2,1 milioni di bambini ad abbandonare le scuole. Dall’inizio del conflitto nel 2011, ci sono stati 347 casi verificati di attacchi contro le scuole e personale scolastico.

Circa il 20% delle scuole in Yemen non possono più essere utilizzate perché distrutte, danneggiate, utilizzate come rifugi dalle famiglie sfollate o per scopi militari. Dall’inizio del conflitto nel 2015, mezzo milione di bambini non è più potuto andare scuola, portando il numero totale di bambini fuori dalle scuole a 2 milioni. Gli insegnanti non ricevono retribuzione da oltre un anno.

In Iraq, dove 1 bambino su 4 vive in povertà, la metà delle scuole ha bisogno di essere riparata dopo anni di conflitti e violenze. Molti bambini sono stati costretti a viaggiare per ore sotto il sole cocente per raggiungere i centri dove si svolgono gli esami.

Nello Stato della Palestina, oltre 8.000 bambini e 400 insegnanti hanno bisogno di protezione per accedere alle scuole in modo sicuro in diverse aree del West Bank. Nella Striscia di Gaza, le sole 5 ore di elettricità al giorno costringono i bambini a studiare in condizioni di caldo estremo e a ricorrere alla luce del telefono e candele per studiare la notte. 2 scuole su 3 lavorano con doppi o tripli turni.

In Sudan, i bambini delle aree colpite dal conflitto o che sono stati sfollati a causa di violenza devono percorrere una lunga distanza per sostenere l’esame.

In Libia, circa 489 scuole sono state colpite dal conflitto, con conseguenze sull’istruzione di circa 260.000 studenti. Le recenti violenze nelle città di Derna e Sabha hanno costretto molte scuole a chiudere

Oltre la metà di tutti i bambini siriani rifugiati in Libano non va a scuola perché deve lavorare per soddisfare i propri bisogni, o perché le famiglie sono in viaggio o perché non possono permettersi i mezzi di trasporto per andare a scuola. “Ovunque vivano nella regione, nulla dovrebbe impedire ai bambini di finire e certificare il loro livello di istruzione attraverso gli esami nazionali,” ha dichiarato Geert Cappelaere, Direttore regionale UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa.

“I bambini in età scolare in tutta la regione meritano apprezzamento e ammirazione per la loro determinazione a superare le sfide e qualche volta a rischiare la vita solo per sostenere l’esame e continuare il percorso scolastico. Auguriamo loro tutta la fortuna possibile! L’UNICEF rinnova il suo appello alle autorità scolastiche per facilitare l’accesso dei bambini agli esami: una pietra miliare fondamentale e che può cambiare le loro vite, per il futuro loro e della regione”, ha dichiarato Cappelaere.