Circa 25.000 persone muoiono ogni anno nell’UE a causa di infezioni da batteri multiresistenti sempre più diffusi. Il progetto del Parlamento europeo per combattere la resistenza antimicrobica
Sono circa 700.000 le persone che nel mondo perdono la vita ogni anno a causa della resistenza antimicrobica (AMR, dall’inglese antimicrobial resistance), 25.000 delle quali in Europa. Si teme addirittura che entro il 2050 i decessi causati da superbatteri saranno più delle morti per tumore.
Con resistenza antimicrobica si fa riferimento alla resistenza ai farmaci utilizzati per curare le infezioni causate non soltanto da batteri, ma anche da altri microbi come parassiti, virus e funghi.
Che cosa sono gli antimicrobici?
Si tratta di antibiotici, antivirali, antifungini e antiprotozoari. Queste sono sostanze attive di sintesi o di origine naturale che debellano o inibiscono la crescita di micro organismi.
Che cosa provoca la resistenza antimicrobica
La resistenza antimicrobica è un processo che si verifica naturalmente con il passare del tempo, ma viene accelerato dall’utilizzo scorretto degli antibiotici nella terapia di persone o di animali oppure dal trasferimento di batteri resistenti dagli animali alle persone attraverso contatto diretto o per mezzo della catena alimentare.
Altri fattori che contribuiscono negativamente allo sviluppo della resistenza antimicrobica sono il rilascio nell’ambiente di sostanze antimicrobiche, lo smaltimento scorretto dei farmaci inutilizzati nella falda acquifera. Anche la mancanza di innovazione e dello sviluppo di nuovi antibiotici contribuisce al fenomeno.
Dal 1999 l’Unione europea ha investito più di €1.3 miliardi in ricerca sulla resistenza antimicrobica, ma il problemasi sta espandendo e secondo gli eurodeputati bisogna fare di più.
Il progetto del Parlamento europeo
La Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare ha approvato lo scorso 20 giugno 2018 una relazione stilata dalla deputata austriaca dei Socialisti e Democratici Karin Kadenbach sul nuovo Piano d’azione europeo “One Health” contro la resistenza antimicrobica.
Nella relazione gli eurodeputati sottolineano la necessità di basare tutte le strategie per combattere la resistenza antimicrobica sul principio “One Health”. Secondo questo principio, la salute umana, il benessere animale e l’ambiente sono interconnessi, le malattie si trasmettono da uomo ad animale e viceversa e per debellarle bisogna curarle negli uni e negli altri.
Gli eurodeputati insistono sull’importanza di un uso corretto e prudente degli antimicrobici e propongono quindi di limitare la vendita di antibiotici da parte di medici e veterinari e di combattere la vendita illegale.
Nella relazione si chiede di stimolare gli investimenti per la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci antimicrobici, pressoché ferma da vent’anni, e incentivare l’utilizzo di strumenti di individuazione precoce per comprendere se la causa dell’infezione sia virale o batterica.
Gli eurodeputati lanciano infine un appello per promuovere la diffusione di buone pratiche igieniche e aumentare la consapevolezza dei rischi legati all’utilizzo eccessivo di farmaci e all’automedicazione. Ad esempio il 44% degli europei non sa che gli antibiotici non sono efficaci nel trattamento di raffreddore e influenza.
Prodotti ad uso veterinario
La Commissione Ambiente ha approvato anche un accordo con il Consiglio sulle nuove regole per ridurre l’utilizzo degli antibiotici nell’allevamento. Secondo queste norme, verrà limitato l’uso collettivo e a scopo preventivo di antimicrobici nel settore zootecnico e i prodotti alimentari provenienti dall’estero dovranno essere in linea con gli standard europei per quanto riguarda l’uso di antibiotici.
Le votazioni da parte del Parlamento su entrambe le relazioni sono previste nell’autunno 2018.