Dalla pizza ai piatti etnici, continuano a diffondersi le società di food delivery: il cibo consegnato a casa piace sempre di più agli italiani
L’8% degli italiani pari a circa 4,4 milioni di individui adulti ha utilizzato nel 2018 almeno una volta al mese i servizi on line di consegna del cibo a casa cotto o in forma di spesa, la cosiddetta food Delivery che vede impegnati i riders.
E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base degli ultimi dati Ismea/Nielsen dai quali emerge che si tratta di un’abitudine che coinvolge prevalentemente i consumatori nella fascia di età 25/34 anni.
La centralità assunta negli ultimi anni dal cibo sta cambiando velocemente le abitudini alimentari degli italiani, anche per gli aspetti relativi al mangiare fuori casa, mentre la potenza del digitale moltiplica le nuove modalità di offerta e fruizione del cibo.
Il risultato è il diffondersi delle società di food delivery che sono diventati una importante opzione per chi non ha voglia di cucinare o di uscire di casa, ma vuole comunque garantirsi piatti serviti in locali e ristoranti.
Alcuni siti hanno una diffusione internazionale altri nazionale o locale, ma in generale la copertura è maggiormente garantita nelle grandi città mentre più ridotta è l’offerta nelle periferie dove il servizio è inferiore.
L’offerta spazia dalle diverse versioni di pizza ai piatti etnici fino ai classici della tradizionale alimentare italiana come la pasta consegnati in contenitori termici che garantiscono che il piatto si mantenga caldo.
Il trasporto avviene principalmente in bicicletta ma anche con motorini per ovviare ai vincoli delle zone centrali a traffico limitato delle grandi città. I tempi di consegna sono solo in alcuni casi prefissati e non superano i sessanta minuti, ma è possibile stabilire una fascia oraria precisa mentre per quanto riguarda il pagamento è diffuso quello on line e non sempre è possibile quello in contanti.
Tra i siti più gettonati che si contendono il mercato nazionale ci sono Just Eat, Foodora, Deliveroo, ma in Italia si moltiplicano anche le realtà locali con forte penetrazione nelle aree di riferimento. La possibilità di scelta è normalmente molto ampia anche se varia a seconda del luogo di consegna con maggiori difficoltà per le zone più isolate.
Sui costi è in atto una competizione tra i diversi “players” con offerte gratuite di trasporto, promozioni e ribassi. Una guerra commerciale che rischia di ripercuotersi sulla l’interna filiera, dalla gestione del personale ai conti dei ristoratori fino ai loro fornitori dei prodotti agricoli e alimentari.