Stop per ora alla direttiva europea sul copyright: il Parlamento europeo ha respinto la proposta della commissione giuridica per l’aggiornamento delle leggi sul diritto d’autore nell’era digitale
Dopo le proteste – clamorosa quella di Wikipedia che ha oscurato le sue pagine in Italia e diversi altri Paesi europei – la discussa direttiva europea sul copyright è rimandata a settembre.
La plenaria del Parlamento europeo ha respinto, con 278 voti favorevoli, 318 contrari e 31 astensioni, il mandato negoziale proposto dalla commissione giuridica il 20 giugno. Di conseguenza, la posizione del Parlamento sarà discussa, emendata e votata nel corso della prossima sessione plenaria di settembre, sempre a Strasburgo, dal 10 al 14 settembre.
Dopo la votazione, il relatore Axel Voss (PPE, DE) ha dichiarato: “Mi dispiace che la maggioranza dei deputati non abbia sostenuto la posizione che io e la commissione giuridica abbiamo preparato. Ma ciò fa parte del processo democratico. Torneremo sul tema a settembre con un ulteriore valutazione per cercare di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, aggiornando nel contempo le norme sul diritto d’autore per il moderno ambiente digitale”.
Il Regolamento del Parlamento europeo prevede che se almeno il 10% dei deputati si oppone all’avvio di negoziati con il Consiglio sulla base del testo votato in commissione, si procede a una votazione in seduta plenaria. Martedì, entro la mezzanotte, il numero di deputati necessario ha presentato le proprie obiezioni.
Esulta l’ANSO, l’Associazione nazionale della stampa online che parla di “prima volta che il Parlamento di Strasburgo vota contro un mandato di una commissione”.
Una settimana fa, infatti, la commissione Affari giuridici (JURI) aveva dato parere favorevole alla direttiva sul copyright, portandola così alla votazione nella plenaria di oggi, giovedì 5 luglio, e ponendo gli europarlamentari davanti alla scelta di dare il via al mandato o di rimandare il fascicolo alla commissione JURI per essere ridiscusso. L’esito, per nulla scontato, è stato il secondo: la plenaria ha respinto il mandato negoziale proposto dalla commissione giuridica.
L’Associazione nazionale della stampa online è stata l’unica in Italia ad aver denunciato ripetutamente i pericoli di questa direttiva e, a differenza delle altre associazioni di editori, si è apertamente schierata contro, dando vita a Media Publishers, la coalizione europea di editori innovativi di cui ANSO e altre 8 importanti associazioni europee del settore fanno parte.
“Quando abbiamo iniziato questa nostra battaglia – spiega Matteo Rainisio, vicepresidente di ANSO – eravamo osteggiati da tutti, ma non ci siamo fermati davanti alle grandi lobby e al peso della Commissione Europea. Come Davide contro Golia abbiamo continuato a far sentire la nostra voce e non ci siamo mai fermati nemmeno dopo il voto in commissione. Oggi per noi piccoli editori è un giorno di festa: internet è ancora libero e i link sono salvi”.
Molte organizzazioni europee, tra cui Wikipedia, che ha protestato chiudendo le sue pagine, si sono schierate contro questa nuova riforma del copyright considerata “una minaccia per Internet”.
“A nome di tutti gli editori nativi digitali, ANSO ringrazia tutti gli europarlamentari italiani che hanno votato contro la direttiva e in particolare la decisione di esponenti di spicco dell’attuale governo per essersi schierati apertamente contro la volontà della commissione europea”, conclude Rainisio.