Il contributo di Bonifica è legittimo e va pagato


Il contributo di Bonifica è legittimo e va pagato: lo confermano le sentenze espresse a favore di Alto Valdarno e Toscana Nord

Il contributo di Bonifica è legittimo e va pagato: lo confermano le sentenze espresse a favore di Alto Valdarno e Toscana Nord

Il contributo di bonifica è legittimo e va pagato. Lo confermano le ultime sentenze espresse a favore del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno e del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord. I ricorsi dei cittadini non sono andati a buon fine e sia la Commissione Tributaria Regionale, nel primo caso, che la Corte d’Appello di Firenze nel secondo hanno riconosciuto la piena legittimità delle richieste consortili.

«Si tratta di una presa di posizione chiara – commenta Marco Bottino presidente di Anbi Toscana – che spero faccia capire a chi si ostina a sostenere l’illegittimità del tributo di bonifica che si tratta di una tesi priva di fondamento. Siamo soddisfatti che il nostro ruolo sia stato legittimato e riconosciuto. Il messaggio più importante che vorremmo che passasse è che il tributo di bonifica, oltre che legittimo, è utile perché permette ai Consorzi di lavorare per la difesa del territorio, attraverso attività di prevenzione e manutenzione continue».

Nel caso del Consorzio di Bonifica Alto Valdarno, in meno di un mese, ben tre sentenze hanno confermato che il contributo di bonifica va pagato. Il caso più emblematico è rappresentato dal ricorso collettivo-cumulativo presentato da 63 proprietari di immobili contro le cartelle emesse da Equitalia, relativamente ai contributi di bonifica, imposti dall’allora Consorzio Val di Chiana (oggi Alto Valdarno), per gli anni 2011, 2012, 2013.

Dopo aver incassato un primo parere favorevole, si sono dovuti arrendere di fronte alla Commissione Tributaria Regionale, a cui il Consorzio ha presentato tempestivamente ricorso, che ha stabilito che il beneficio goduto dall’immobile per l’attività svolta dal Consorzio non deve essere dimostrato dall’ente. È implicito e dipende dal fatto che l’edificio o il terreno ricadono all’interno del perimetro di intervento consortile, come dimostra il piano di classifica approvato.

Analogo epilogo a Santa Croce sull’Arno, territorio di competenza del Consorzio di Bonifica Toscana Nord: una sentenza della Corte di Appello di Firenze sul ricorso presentato da 49 contribuenti ha stabilito la legittimità del contributo di bonifica. I proprietari sostenevano che i loro immobili, non ricevendo alcun “concreto vantaggio” dalle opere del Consorzio, ne dovessero essere esenti.

Le istruttorie hanno però dimostrato il contrario. Come ha sottolineato la Corte d’Appello, basta pensare alle opere inerenti la manutenzione e gestione del “reticolo idraulico” e alle attività di difesa e gestione dei rischi idraulici, per capire che tali vantaggi sono a beneficio di tutta la zona su cui l’ente opera. Si tratta infatti di vantaggi “generali” e cioè “inerenti ai più immobili in relazione alla zona di bacino di competenza del consorzio”, e che proprio per tale ragione costituiscono presupposto del contributo di bonifica.

«È una significativa vittoria in un momento, in cui una scomposta tutela di interessi corporativi cerca inutilmente di screditare il nostro lavoro – afferma Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e a Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) -. Dalla nostra parte c’è l’orgoglio di migliaia di accordi e protocolli con gli Enti Locali, perché è proprio grazie al contributo di bonifica che si riesce a garantire una manutenzione idraulica efficiente, prima risposta ai cambiamenti climatici in atto».