Dal 24 settembre torna La Grande Arte al Cinema: sul grande schermo Dalí, la Vienna di Klimt e Schiele, le ninfee di Monet e la street art di Banksy
Andare al cinema per visitare una mostra o per conoscere un nuovo museo. Sono stati 650.000 gli spettatori che, nella passata stagione, hanno riempito 350 sale cinematografiche italiane per assistere agli eventi della Grande Arte al Cinema.
Un ciclo di eventi che è ormai un appuntamento fisso, grazie alla capacità di offrire un’esperienza visiva innovativa e di far vivere sul grande schermo tutta la ricchezza delle mostre, degli artisti e dei musei più importanti del mondo.
Sarà proprio con uno degli artisti più fantasiosi, irruenti e imprevedibili del ‘900 che si aprirà la nuova stagione della Grande Arte al Cinema per celebrare l’anniversario dei 30 anni dalla morte di Salvador Dalí (1904-1989) che cadrà all’inizio del 2019. Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità, il film evento in programma il 24, 25, 26 settembre, permetterà infatti agli spettatori di avvicinarsi al pittore e all’uomo, così come agli spazi da lui ideati che hanno contribuito a plasmare la sua immortalità. Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità propone un viaggio esaustivo attraverso la vita e l’opera di Salvador Dalí, e anche di Gala, sua musa e collaboratrice.
Un percorso che va dal 1929, anno cruciale in cui Dalì si unisce al gruppo surrealista e incontra Gala, fino alla morte, attraversando tutte le geografie dell’artista: Portlligat (l’officina casalinga), Figueres (città natale dove crea il museo-teatro Dalí), Púbol (dove si trova il castello in cui passa gli ultimi anni della sua vita), ma anche le grandi città, come Parigi e New York. Immagini e documenti, alcuni dei quali inediti, ci avvicineranno al pittore che ha fatto di se stesso una straordinaria ed eccentrica opera d’arte capace di assicurargli un posto nel mito.
Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità è prodotto dalla Fondazione Gala-Salvador Dalí e realizzato da DocDoc Films.
Il 22, 23, 24 ottobre sarà invece il momento di spostarci nel 1918 a Vienna, nel cuore della Mitteleuropa, dove un’epoca dorata è ormai al tramonto. Klimt & Schiele. Eros e Psiche si apre infatti nella notte del 31 ottobre quando, nel letto della sua casa, muore Egon Schiele, una delle 20 milioni di vittime dell’influenza spagnola. Schiele si spegne guardando in faccia il male invisibile, come solo lui sa fare: dipingendolo. Ha 28 anni e solo pochi mesi prima il salone principale del palazzo della Secessione si è aperto alle sue opere, 19 oli e 29 disegni, con la celebrazione di una pittura che rappresenta le inquietudini e i desideri dell’uomo. Qualche mese prima è morto anche il suo maestro e amico Gustav Klimt, che dall’inizio del secolo aveva rivoluzionato il sentimento dell’arte, fondando un nuovo gruppo: la Secessione.
Oggi i capolavori di questi due artisti attirano visitatori da tutto il mondo, a Vienna come alla Neue Galerie di New York, ma sono anche diventati immagini pop che accompagnano la nostra vita quotidiana su poster, cartoline e calendari. Ora, cent’anni dopo, le opere di questi artisti visionari – tra Jugendstil e Espressionismo – tornano protagoniste assolute nella capitale austriaca, insieme a quelle del designer e pittore Koloman Moser e dell’architetto Otto Wagner, morti in quello stesso 1918, sempre a Vienna. Prendendo spunto da alcune delle tante mostre che stanno per aprirsi in occasione del centenario, il film evento ci guida tra le sale dell’Albertina, del Belvedere, del Kunsthistorisches, del Leopold, del Freud e del Wien Museum, ripercorrendo questa straordinaria stagione: un momento magico per arte, letteratura e musica, in cui circolano nuove idee, si scoprono con Freud i moti della psiche e le donne cominciano a rivendicare la loro indipendenza. Un’età che svela gli abissi dell’Io in cui ci specchiamo ancora oggi.
Klimt & Schiele. Eros e Psiche è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital.
Il 26, 27, 28 novembre ci sposteremo nella Francia di Giverny con Le ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e luce, che narra la storia della nascita di una delle più grandi opere d’arte del ‘900, anzi di 300 capolavori che hanno rivoluzionato l’arte successiva. Il racconto di una passione viscerale che diventerà una vera ossessione e dell’uomo che da questa ossessione si è lasciato divorare: Claude Monet. La dimora di Giverny è la villa più costosa della zona ma le manca ancora qualcosa. Appena vi si trasferisce, infatti, Monet decide immediatamente di mettersi al lavoro: desidera creare un giardino “per il piacere degli occhi” ma si accorge presto che questa meravigliosa tavolozza naturale può offrirgli innumerevoli soggetti per la sua pittura.
È così che, attirandosi le ire dei suoi confinanti, sradica tutti gli alberi da frutto, distrugge l’orto e inizia a creare il suo atelier en-plein-air. Nel sud della Francia sorge ancora lo storico vivaio Latour-Marliac, presso il quale Monet acquista quei fiori esotici dei quali si è innamorato all’esposizione universale di Parigi del 1889. 6 bulbi di ninfee: 4 gialle e due bianche. Pur tra le mille difficoltà, nel 1895 Monet piazza il cavalletto sulla riva del lago. Per la prima volta dai suoi pennelli prende vita un fiore di ninfea. È da queste prime pennellate che nasce il film evento che racconta l’amore e l’ossessione di Monet per le sue ninfee attraversando il giardino e la casa dell’artista a Giverny, ma anche il Musée D’Orsay, l’Orangerie e il Marmottan di Parigi, la grande mostra del Vittoriano di Roma.
Le ninfee di Monet. Un incantesimo di acqua e luce è prodotto da Ballandi Arts e Nexo Digital.
Infine, dopo il successo riscosso al Tribeca Film Festival, l’11 e 12 dicembre arriverà al cinema L’uomo che rubò Banksy diretto da Marco Proserpio. Narrato da Iggy Pop, il film evento sull’artista e writer inglese considerato uno dei maggiori esponenti della Street Art racconta di arte, culture in conflitto, identità e mercato nero. Il film inizia mostrando la percezione dei palestinesi sul più importante artista di strada dei nostri tempi, ma si trasforma presto nella scoperta di un vasto mercato nero di muri e dipinti rubati nelle strade di tutto il mondo. Culture che si incontrano e si scontrano di fronte a una situazione politica insostenibile, ma anche il dibattito in corso sulla commercializzazione o conservazione della Street Art. Non è una singola storia, ma molte storie. Un docufilm per capire cosa ha portato le opere d’arte di Banksy da Betlemme a una casa d’aste occidentale, insieme al muro su cui sono state dipinte.
La Grande Arte al Cinema è un progetto originale esclusivo di Nexo Digital. Per la stagione 2018 è distribuito con i media partner Radio Capital, Sky Arte e MYmovies.it.