La denuncia dell’associazione dei consumatori dopo il Datagate Facebook e la bocciatura della richiesta di accesso agli atti da parte del Garante per la Privacy
L’Autorità garante per la protezione dei dati personali nasconde ai cittadini quanto emerso dalle indagini condotte sullo scandalo Datagate Facebook. Lo denuncia il Codacons, che critica la decisione del Garante di non consentire all’associazione dei consumatori di visionare gli atti del procedimento.
Come noto il Codacons è l’unica associazione in Italia che rappresenta gli utenti del social network coinvolti nel caso di Cambridge Analytica, e che hanno aderito all’azione risarcitoria lanciata negli Usa dall’associazione.
Proprio in tale contesto l’organizzazione dei consumatori aveva presentato istanza d’accesso al Garante per la privacy tesa a conoscere la documentazione relativa al procedimento avviato dall’Autorità sul caso Datagate Facebook. Per tutta risposta il Garante ha opposto un netto rifiuto, sostenendo che “l’esigenza di garantire il buon andamento nella fase preparatoria di questa attività” impedisce di accogliere l’istanza di accesso, e che comunque il Codacons non ha interesse giuridico a visionare gli atti.
“L’Autorità ha deliberatamente deciso di nascondere ai cittadini quanto finora accertato sul caso Datagate Facebook, e ritiene che chi rappresenta gli utenti lesi dalla violazione della privacy non abbia interesse a conoscere gli sviluppi dell’indagine – attacca il Codacons –. Per tale motivo abbiamo deciso di ricorrere contro la decisione del Garante per la privacy presentando un ricorso Alla Commissione speciale sull’accesso della Presidenza del Consiglio e alla Procura della Repubblica di Roma, perché non consentire l’accesso è un reato previsto dall’articolo 328 del Codice Penale”.