Il Ministro dell’Interno Salvini soddisfatto dopo il vertice con gli omologhi dei due Paesi. Nasce un “asse dei volenterosi” per fermare gli sbarchi di migranti
Patto tra Italia, Austria e Germania per fermare gli sbarchi di migranti. A siglarlo il Ministro dell’Interno Matteo Salvini con i Ministri dell’Interno austriaco e tedesco, Kickl e Seehofer a Innsbruck al termine dei colloqui con i colleghi.
“C’è grande soddisfazione – ha detto il titolare del Viminale – perchè le proposte italiane potranno diventare proposte europee: meno partenze, meno sbarchi, meno costi economico-sociali. Perché, è un’immigrazione che non siamo più in grado di sostenere”.
Salvini ha annunciato, poi, che chiederà sostegno alle autorità libiche per fare sempre meglio il lavoro, e a quelle internazionali per far sì che l’Italia non venga più utilizzata come “unico punto di arrivo”.
Dall’intesa tra Italia, Austria e Germania nasce, secondo il Ministro “un nucleo che dà impulso positivo a tutta Europa per riconoscere il diritto di asilo ad una minoranza di persone che ne ha diritto, ma per evitare la morte di migliaia di persone che non scappano da nessuna guerra”.
“Da questo vertice trilaterale, dunque, emergono molti fattori che uniscono Italia, Austria e Germania più di quelli che li dividono. L’Unione europea deve finalmente ritornare a difendere i suoi confini e la propria sicurezza messa a rischio finora” ha concluso Salvini.
In Italia aumentati del 5% in un anno gli italiani contrari agli sbarchi
Crescono del +5% nell’ultimo anno gli italiani contrari agli sbarchi dei migranti. È quanto emerge dall’indagine Uecoop/Ixè in occasione del vertice di Innsbruck fra Roma, Vienna e Berlino sulla gestione dell’immigrazione. “Un fenomeno che – spiega l’Unione europea delle cooperative Uecoop – sta in parte polarizzando l’opinione pubblica nazionale con il 21% della popolazione che vorrebbe dei respingimenti a prescindere da tutto, mentre oltre la metà (56%) si schiera invece per una posizione più moderata che preveda quote di accesso e ridistribuzione negli altri Paesi europei”.
“Quello che diventa strategico – sottolinea Uecoop – è però un sistema di accoglienza basato sulla collaborazione fra pubblico e privato per i gruppi di stranieri che vengono autorizzati a restare sul suolo italiano distribuendoli in piccole e medie strutture, più gestibili e controllabili, come chiede un’ampia maggioranza di italiani (62%). Una gestione che – rileva Uecoop – non può prescindere dalla partecipazione del mondo cooperativo in grado di garantire personale ed esperienza attraverso il lavoro di 12mila cooperative sociali attive non solo nel settore dell’immigrazione, ma anche in quello dell’aiuto a disabili e anziani e nell’inserimento dei soggetti più svantaggiati”.
“E’ chiaro che – conclude Uecoop – sono necessarie attente verifiche prima, durante e dopo, nei confronti di coloro, cooperative, società, hotel e gruppi di volontariato che si propongono di dare ospitalità ai migranti in modo da garantire trasparenza, efficienza e rispetto delle regole”.