Restrizioni “ingiustificate” per l’accesso ai corsi di Direttore Sportivo, Collaboratore della Gestione Sportiva, Osservatore e Match Analyst: multa da 3,3 milioni dell’Antitrust alla FIGC
L’Antitrust ha sanzionato la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) per oltre tre milioni di euro, per la violazione dell’art. 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), derivante dalla previsione di restrizioni all’accesso al mercato dei servizi professionali offerti da alcune specifiche figure di supporto alle squadre di calcio.
Come si legge nel testo del provvedimento l’Autorità fa riferimento in particolare alle figure di: Direttori Sportivi e i Collaboratori della Gestione Sportiva, che curano gli assetti organizzativi delle squadre di calcio in ambito, rispettivamente, professionistico e dilettantistico; Osservatori Calcistici, che svolgono attività di scouting, e Match Analyst, che effettuano l’analisi statistica dei dati prestazionali di singoli calciatori e squadre.
Il procedimento contro la FIGC, spiega l’Antitrust “è stato avviato su segnalazione e ha accertato la natura anticoncorrenziale di quanto previsto da alcuni Regolamenti federali e dai relativi bandi di ammissione ai corsi di formazione in relazione alle figure professionali sopra richiamate, a partire almeno dal 2010. In particolare, la FIGC ha stabilito un numero massimo di soggetti ammessi a partecipare ai corsi di abilitazione, unitamente a requisiti di residenza e/o cittadinanza, oltre a riservare le anzidette attività ai soggetti iscritti in appositi elenchi federali, la cui iscrizione obbligatoria è condizionata alla frequenza e al superamento dei predetti percorsi di formazione, offerti in via esclusiva dalla FIGC”.
L’Autorità, ad esito del procedimento, ha rilevato” l’assenza di giustificazioni oggettive sottese alle restrizioni introdotte dalla FIGC relativamente all’accesso alle specifiche figure professionali in esame, peraltro non imposte dalle federazioni internazionali di riferimento (FIFA e UEFA), né contemplate in altri ordinamenti nazionali”.
“Pertanto, in assenza di qualsiasi copertura normativa e, anzi, in un contesto normativo di liberalizzazione delle attività economiche, l’Autorità ha ritenuto che le restrizioni accertate costituissero un’infrazione grave dell’art. 101 del TFUE e ha ritenuto di irrogare alla Federazione Italiana Giuoco Calcio una sanzione di 3.330.659,69 euro, inferiore al massimo edittale di cui all’art. 15, comma 1, della L. n. 287/90”.
La Federazione dal canto suo si prepara a fare ricorso contro la multa “ritenendo ingiustificato l’addebito ed esorbitante l’importo dell’ammenda, tanto da costringere gli organi federali a tutelare la propria posizione nelle sedi giurisdizionali opportune”.
Secondo la FIGC “il provvedimento, come ampiamente argomentato di fronte all’Antitrust nel corso del procedimento amministrativo, muove infatti da erronea conoscenza e interpretazione della normativa sportiva professionistica e dei poteri regolamentari esercitati dalla Federcalcio in piena conformità, peraltro, con le delibere del Coni, del tutto ignorate in fase di giudizio”.