Nuovo sistema messo a punto da un pool di ricercatori di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica per smascherare il falso Parmigiano e Grana Padano
Con il falso Parmigiano che nel mondo supera quello vero è importante l’arrivo di nuove tecnologie che consentano di smascherare le imitazioni a vantaggio dei consumatori e delle aziende e lavoratori italiani impegnati a garantire l’offerta dei formaggi italiani piu’ venduti nel mondo.
E’ quanto afferma la Coldiretti in relazione al nuovo sistema messo a punto da un pool di ricercatori di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica che smaschera i falsi prodotti all’estero grazie alla speciale impronta chimica generata da materia prima, lavorazioni e stagionatura dei veri Parmigiano e Grana Padano.
Sul mercato europeo ed in Italia sono arrivati i cosiddetti similgrana di bassa qualità spesso venduti con nomi di fantasia che fanno concorrenza sleale ai prodotti originali e spesso ingannano i consumatori sulla reale origine che è prevalentemente di Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Estonia e Lettonia.
Si tratta dei formaggi Made in Italy fra i più copiati al mondo con nomi sempre evocativi dell’originale italiano: dal parmesao brasiliano al reggianito argentino fino al parmesan perfect italiano prodotto in Australia ma dopo le sanzioni è comparso anche il Russia il finto parmigiano con tanto di confezione in cirillico.
Grandi produttori di “fake” sono gli Stati Uniti con poli caseari in Wisconsin, California e New York e una gamma che va dal falso parmigiano vegano a quello prodotto dalla Comunità Amish, dal parmesan vincitore addirittura del titolo di miglior formaggio negli Usa al kit che promette di ottenerlo in casa in appena 2 mesi.
Per il futuro a preoccupare sono gli effetti dei trattati di libero scambio che l’Unione Europea sta negoziando o a già siglato a partire da quello con il Canada (CETA) che per la prima volta ha legittimato il falso Parmigiano Reggiano che potrà essere liberamente prodotto e commercializzato con la traduzione di Parmesan. Il risultato – riferisce la Coldiretti – è che nei primi tre mesi del 2018 nel Pese dell’Acero sono stati prodotti ben 3 milioni di chili di falso Parmigiano Reggiano (Parmesan) mentre le esportazioni dell’originale italiano in quel paese sono crollate del 10% in valore e del 6% in quantità rispetto all’anno precedente.
Un precedente pericoloso che è stato riproposto negli altri accordi da quello con il Giappone a quello con il Messico fino al negoziato in corso con i Paesi del Mercosur che sono grandi produttori di formaggi italiani taroccati.