Il Codacons invia alla Procura di Genova tutti i dati sul fulmine che potrebbe avere colpito il pilone del ponte Morandi pochi istanti prima del crollo
L’ipotesi del fulmine, in relazione al crollo del ponte Morandi sull’autostrada A10 di Genova, è stata tra le prime a essere proposte. Stando al racconto di alcuni cittadini coinvolti sarebbe stato proprio un fulmine, infatti, a colpire un tirante, provocando il cedimento strutturale.
Di un fulmine hanno parlato infatti diversi testimoni oculari, indicando anche l’ora (“Erano da poco passate le 11,30 quando abbiamo visto il fulmine colpire il ponte”), tanto che sul tema è intervenuta anche la Protezione Civile (“Tale ipotesi non è stata confermata né accertata nel corso del comitato operativo”, ha spiegato il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli).
Ora il Codacons ha deciso di inviare alla Procura tutti i dati sul fulmine di cui è in possesso. Il sito LightningMaps.org, che raccoglie e monitora le segnalazioni di fulmini proveniente da una serie di stazioni sul territorio, confermerebbe infatti quanto dichiarato dai testimoni: in effetti un fulmine si sarebbe registrato sull’area del pilone (poi crollato) alle 11:35:59 minuti, appena prima che il ponte precipitasse a terra (11:36:40 secondi stando a quanto registrato dalla stazione sismica INGV di Ronca, 7 km da Genova).
Questo il link per accedere alla schermata in questione: https://goo.gl/Bsj1yS.
L’associazione dei consumatori in una nota spiega che “intende contribuire alla ricerca della verità fornendo alla Procura qualsiasi elemento rilevante, come quello citato, nell’ipotesi che possa rivelarsi utile ai fini delle indagini”.
Una struttura ormai vecchia, con una manutenzione magari insufficiente e una certa sottovalutazione dell’usura provocata dal tempo e dal traffico in crescita: tutti questi fattori sono stati adeguatamente citati e confermati dagli esperti. Ma nell’ipotesi che una concausa metereologica abbia contribuito alla tragedia, il Codacons invierà comunque alla Procura quanto citato.
“Spetterà ovviamente alla magistratura e alla Commissione incaricata dal MIT – cui non intendiamo certo sostituirci – il compito di ricostruire infine le cause materiali dell’accaduto” conclude il Codacons.