Infermieri: in Italia sono il 50% in meno della media Ocse


Carenza di infermieri e medici, elaborazione Uecoop: in negativo di oltre il 46% (-46,4%) il differenziale dell’assistenza infermieristica in Italia rispetto alla media degli altri Paesi Ocse

Carenza di infermieri e medici, elaborazione Uecoop: in negativo di oltre il 46% (-46,4%) il differenziale dell’assistenza infermieristica in Italia rispetto alla media degli altri Paesi Ocse

E’ in negativo di oltre il 46% (-46,4%) il differenziale dell’assistenza infermieristica in Italia rispetto alla media degli altri Paesi Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). E’ quanto emerge da un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Ocse in relazione all’allarme lanciato dal ministro della Salute Giulia Grillo al summit dell’Oms a Roma sulle carenze nel sistema sanitario nazionale di medici e infermieri.

Nonostante 443.838 infermieri in Italia il rapporto fra la popolazione degli assistenti sanitari e i medici è di 1,5 molto lontano dal 2,8 che è la media Ocse ed è la metà di Paesi come Germania e Francia con 3 infermieri per ogni dottore e addirittura un terzo di quanto invece avviene Finlandia, Giappone e Danimarca dove si sale a quasi 5 infermieri per ogni medico.

La sfida del futuro è quella di potenziare l’assistenza pubblica e privata attraverso il meglio delle professionalità che si potranno mettere in campo a fronte di una spesa sanitaria delle famiglie che nell’ultimo anno è già salita dell’8% arrivando a 123 euro al mese, mentre ci sono 12,2 milioni di italiani che, secondo il Censis, rinunciano a curarsi per difficoltà economiche, oltre 7 milioni che si sono indebitati per farlo e 2,8 milioni che hanno venduto casa per pagarsi delle cure mediche.

Di fronte a un trend di invecchiamento che negli ultimi dieci anni ha portato a un aumento del 13% delle persone sopra i 65 anni la richiesta di assistenza non potrà che aumentare ed è quindi necessario garantire numeri e professionalità sempre maggiori sia nelle strutture sanitarie che in quelle residenziali per la terza età che nelle case dove ci sono malati o anziani curati a domicilio come già fanno quasi 9.700 cooperative sociali e di assistenza che impiegano oltre 328mila addetti fra italiani e stranieri.