Estate agli sgoccioli e autunno alle porte: la stagione estiva è stata la quinta più calda dal 1800 con temperature di ben 1,74 gradi superiori alla media storica
Arriva l’autunno dopo un’estate che si è classificata in Italia, dal punto di vista climatologico, al quinto tra le più calde dal 1800 con temperature di ben 1,74 gradi superiori alla media storica.
È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr dai quali si evidenzia che si è trattato di una estate pazza in cui sono cadute il 56% di precipitazioni in più rispetto alla media.
L’autunno 2018 avrà inizio il 23 settembre con l’equinozio di settembre: alle ore 3:54 italiane quando i raggi del Sole saranno perfettamente perpendicolari all’equatore della Terra. Finisce così una stagione estiva segnata da nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua e grandinate che si sono alternati al sereno colpendo la Penisola a macchia di leopardo con un impatto sulla stagione turistica e sull’agricoltura.
Nelle campagne in questa estate si contano oltre mezzo miliardo di danni in agricoltura dall’inizio dell’anno per le anomalie climatiche che hanno decimato i raccolti, distrutto coltivazioni, abbattuto alberi e allagato aziende, ma anche provocato frane, smottamenti e alluvioni.
Sono gli effetti dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.
Anche per la calda estate il 2018 si è classificato fino ad ora in Italia come l’anno più bollente dal 1800, in cui sono iniziate le rilevazioni, con una temperatura superiore di 1,49 gradi rispetto alla media storica sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr relativi ai primi otto mesi dell’anno.
E’ evidente in Italia la tendenza alla tropicalizzazione con il moltiplicarsi di eventi estremi e una tendenza generale al surriscaldamento con la classifica degli anni interi più caldi da oltre due secoli che si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine anche il 2015, il 2014, il 2003, il 2016, il 2007, il 2017, il 2012, il 2001 e poi il 1994.
Le anomalie sono visibili anche a livello mondiale con i primi otto mesi del 2018 che si classificano nei primi otto mesi al quarto posto tra gli anni più bollenti del pianeta facendo registrare una temperatura media sulla superficie della Terra e degli oceani, addirittura superiore di 1,37 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, secondo la banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva i dati dal 1880.