Operazione Privè della Polizia di Stato a Rimini: 19 persone nei guai. Sono accusate di sfruttamento della prostituzione, spaccio di stupefacenti e rapina aggravata
Con l’operazione “Privè” di questa mattina, a Rimini, la Squadra mobile ha eseguito 19 misure cautelari per sfruttamento della prostituzione, spaccio di stupefacenti e rapina aggravata.
Per otto delle 19 persone, si sono aperte le porte del carcere, altre quattro sono finite agli arresti domiciliari mentre per le restanti sette è stato notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Le indagini degli investigatori, iniziate nell’autunno del 2016, su una fitta rete di spacciatori in centro città, hanno permesso di scoprire un’intensa attività di prostituzione esercitata all’interno di un locale notturno a Marina Centro, dove avveniva anche consumo e spaccio di stupefacenti, in prevalenza cocaina.
In particolare, le donne, assunte come “figuranti di sala”, si concedevano nei privè del locale dove venivano organizzati gli incontri con i clienti. Gli indagati, che incassavano gran parte dei soldi della prostituzione, istruivano le ragazze sul tipo di prestazioni da fornire, sul come comportarsi con i clienti e come riscuotere il denaro della prestazione.
Il locale notturno, per il fatto di essere stato adibito a luogo dove avveniva il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione, è stato posto sotto sequestro.
Inoltre, nel corso dell’attività investigativa, è stato possibile individuare e arrestare gli autori di una rapina, avvenuta nel febbraio 2017, ai danni di un noto avvocato di Rimini, al quale venne rubato un costoso orologio di marca.