Le sezioni della mostra Islam e Firenze, ospitate nelle sale del Museo Nazionale del Bargello, resteranno aperte fino al prossimo 4 novembre
Le sezioni della mostra “Islam e Firenze”, ospitate nelle sale del Museo Nazionale del Bargello, resteranno aperte fino al prossimo 4 novembre.
“Islam e Firenze. Arte e collezionismo dai Medici al Novecento” è il titolo della grande mostra che rappresenta un’occasione unica per scoprire conoscenze, scambi, dialoghi e influenze tra le arti di Occidente e Oriente.
Si tratta di una sontuosa rassegna di arte islamica, curata da Giovanni Curatola, organizzata dagli Uffizi e dal Museo Nazionale del Bargello con importanti prestiti internazionali e anche opere significative da altri istituti del territorio fiorentino (Museo Stibbert, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Museo Bardini e la Villa medicea di Cerreto Guidi).
Le quattro sezioni allestite nelle sale del Museo Nazionale del Bargello e dedicate ad altrettanti collezionisti che si sono distinti per il proprio gusto e per la propria passione per l’arte islamica, saranno ancora visitabili fino al prossimo 4 novembre. Nelle sale al pianterreno e al primo piano viene illustrato un periodo fondamentale di ricerca, collezionismo e allestimento museale di tra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio Novecento. In quegli anni Firenze era infatti frequentata da importanti collezionisti, italiani e stranieri, direttori di musei, curatori, tutti conoscitori ed estimatori di arte islamica.
Sarà un modo per conoscere meglio Louis Carrand e Giulio Franchetti (che in fin di vita donarono al Bargello gli oggetti d’arte raccolti nel corso della loro attività), Frederick Stibbert e Stefano Bardini (che trasformarono le proprie collezioni in veri e propri musei) e la cui attività collezionistica ha contribuito a scoprire, raccogliere e salvaguardare oggetti di grande pregio e rarità.
Nella prima sala della mostra sono visibili alcuni dei tappeti orientali raccolti da Stefano Bardini (1836-1922). Famoso con l’epiteto di “principe degli antiquari”, Bardini dominò il mercato artistico mondiale a cavallo fra Otto e Novecento e fu un precursore del collezionismo di tappeti islamici.
Frederick Stibbert (1838-1906) fu invece un grande appassionato ed esperto di armi, e in particolare, anche se non esclusivamente, di armi ed armature islamiche, di cui sapeva apprezzare la raffinatezza tecnica e l’eleganza con gusto addestratissimo.
Se al Bargello oggi si conserva una delle principali collezioni d’arte islamica in Italia, gran parte del merito va all’antiquario lionese Louis Carrand (1821-1889) che nel 1888 donò a questo museo una grande collezione di arti decorative di età medioevale e moderna. Nella raccolta Carrand gli oggetti d’arte islamica spiccano sia per numero che per varietà.
Anche il barone Giulio Franchetti (1840-1909) donò al museo nel 1906 una propria collezione: in questo caso si trattava esclusivamente di tessuti antichi, orientali ed europei, databili fra il Medioevo e il Settecento frutto di una passione, coltivata e perseguita per un’intera vita, alla ricerca dei pezzi più scelti, più belli e più rari.
Un percorso spettacolare, vario, e affascinante attraverso scambi e contaminazioni culturali che meritava un’occasione in più per essere scoperto o approfondito.