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Giornata delle bambine e delle ragazze: appello dell’UNICEF

UNICEF, UNFPA e Nazioni Unite lanciano l'allarme sull'escalation di stupri in Sud Sudan: nella prima metà del 2018, segnalati circa 2.300 casi di violenza di genere, la maggior parte contro donne e ragazze

Sunlight is filtered by reed walls as it streams into a classroom as students attend a mathematics class at the Upper Nile primary school in the Protection of Civilians (PoC) site in Bentiu, South Sudan, Monday 1 May 2017. As of May 2017, the United Nations’ protection of civilians (PoC) site in Bentiu, Unity State, is home to more than 120,000 internally displaced South Sudanese. Surrounded by war and famine, children and their families are seeking safety in the PoC from armed groups involved in the ongoing conflict across the country. The displaced are forced to live in overcrowded conditions and are reliant on international aid organisations for the basics like food and sanitation. Around 60 per cent of those displaced are under 18 years of age and it is estimated that more than 33,000 children are attending UNICEF supported schools in the PoC. Schools such as Upper Nile School cater for the huge youth population, but classes are overcrowded. With upwards of 70 children per classroom and educational resources scarce, UNICEF and its partners are working to improve access to education through the provision of basic education supplies, as well as training and allowances for volunteer teachers. For those attending classes at the Upper Nile School, classes offer some respite from the ongoing war. Insecurity, ongoing displacement and attacks on schools mean that nearly three quarters of the country’s children are out of school — the highest proportion of out-of-school children in the world. Education is central to the humanitarian response for those living in PoCs across South Sudan. Many have witnessed unspeakable horrors and suffer the trauma associated with war. Education is one ray of light shining through the cracks of their young country.

UNICEF in campo per la Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze (11 ottobre): a livello globale 131 milioni di giovani sono fuori dalla scuola e circa 15 milioni di  adolescenti tra i 15 e i 19 anni sono state costrette a rapporti sessuali o altri tipi di violenza sessuale durante la loro vita

In occasione della Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze (il prossimo 11 ottobre) l’UNICEF ricorda che nel mondo sono 600 milioni le adolescenti che hanno il potenziale, la forza, la creatività e l’energia per rispondere alla domanda di lavoro dell’industria globale.

A livello globale 131 milioni di ragazze sono fuori dalla scuola. Ai tassi di progresso attuali, entro il 2030, oltre la metà delle ragazze del mondo non sarà in grado di raggiungere le competenze di base – alfabetizzazione e capacità di calcolo – di livello secondario.

Nonostante il numero di ragazze che stanno frequentando la scuola sia il maggiore di sempre, troppe ancora non stanno ricevendo conoscenze, sviluppando competenze e abitudini lavorative necessarie per fare carriera nella vita. Le donne tra i 15 e i 29 anni hanno probabilità 3 volte maggiori rispetto ai giovani uomini di non lavorare, non ricevere un’istruzione e corsi di formazione (1 giovane ragazza su 3 rispetto a 1 ragazzo su 6).

In molte si ritrovano in condizioni di inattività economica/fuori dall’istruzione e restano in questa situazione:

Oggi, una generazione di giovani sta entrando in un mondo in cui l’innovazione e l’automatizzazione stanno trasformando il lavoro. Ma molte non stanno sviluppando competenze e non hanno la possibilità di ottenere posti di lavoro e accedere ad opportunità di business.

Per consentire alle ragazze di svilupparsi come lavoratrici qualificate, la comunità globale dovrebbe:

Ancora oggi nel mondo le bambine e le ragazze sono esposte a numerosi rischi che compromettono lo sviluppo del loro pieno potenziale. Tra questi:

VIOLENZA E ABUSI

HIV/AIDS

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