Prosegue la sperimentazione di XLaw: a Venezia l’84 per cento dei fatti-reato che sono stati tentati o commessi erano stati previsti
Prevedere il futuro, come nei romanzi di Philip Dick, non è più fantascienza o almeno non lo è più nel campo della sicurezza.
Per prevedere e quindi prevenire i reati non ci sono persone con doti extrasensoriali ma software che, immagazzinando dati sui reati commessi, riescono ad anticipare con una buona approssimazione la commissione di nuovi reati.
La Polizia, sin dal 2004, sta sviluppando e implementando un applicativo denominato “XLaw” che, testato dalla Direzione centrale della polizia criminale in molte città, ha dato esiti più che positivi.
Grazie anche ad una partnership con due Università napoletane, la “Federico II” e la “Parthenope” il software si è dotato di un complicato algoritmo euristico che ha portato, ad esempio, in una città come Prato, a diminuire del 34 per cento la commissione dei reati e ad aumentare del 54 per cento gli arresti da parte delle pattuglie delle Volanti.
A Venezia, dove il progetto viene sperimentato proprio in questi giorni, i risultati sono più che lusinghieri: l’84 per cento dei fatti-reato che sono stati tentati o commessi erano stati previsti dal sistema “XLaw”.
L’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura lagunare conta, con questo software, di abbattere il numero dei reati predatori risparmiando risorse in termini di mezzi e uomini, concentrando la presenza della Polizia nei luoghi e nelle ore in cui potenzialmente potrebbe avvenire un reato.
Contando sul fattore deterrente, grazie alla presenza visibile di agenti in uniforme, il reato verrà in qualche modo prevenuto e, l’azione di intervento vero e proprio verrà indirizzata lì dove effettivamente la presenza delle Volanti è necessaria.