La trappola delle sette sataniche: l’analisi della Polizia


All’università LUMSA focus sulle sette sataniche: le caratteristiche del manipolatore, la personalità degli adepti, le tecniche di adescamento, le fattispecie criminali

All'università LUMSA focus sulle sette sataniche: le caratteristiche del manipolatore, la personalità degli adepti, le tecniche di adescamento, le fattispecie criminali

Si è tenuto oggi a Roma presso l’Aula Giubileo dell’Università Lumsa il convegno “La trappola delle sette” organizzato dalla Polizia di Stato e dall’Associazione Papa Giovanni XXIII.

Il dibattito, a cui ha partecipato anche il ministro dell’interno Matteo Salvini, si è svolto di fronte ad una platea di studenti universitari.

Al centro del convegno si è posta l’attenzione sui pericoli delle sette sataniche e sulla manipolazione mentale che i leader di questi gruppi mettono in atto approfittando della difficoltà psicologica o della fragilità anche momentanea delle persone.

Al convegno, moderato dal giornalista Piergiorgio Giacovazzo hanno partecipato il cardinale Giovanni Angelo Becciu, Vittorio Rizzi, direttore centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Anna Maria Giannini, docente di Psicologia presso la Sapienza Università di Roma e alcune vittime cadute nella rete delle sette che hanno raccontato la loro esperienza.

Si è partiti dalle indagini svolte su alcuni episodi per poi approfondire il fenomeno delle psicosette e sette sataniche.

I relatori hanno affrontato le caratteristiche del manipolatore, la personalità degli adepti, le tecniche di adescamento, la violenza privata che deriva da certe pratiche, la truffa, l’estorsione, la circonvenzione di incapace, la violenza sessuale, la pedofilia, l’istigazione al suicidio fino all’omicidio.

Isolamento, frequentazione esclusiva, idealizzazione di leader e adepti, cambiamento di abitudini anche alimentari potrebbero essere segnali a cui prestare attenzione e la Polizia di Stato, attraverso una squadra specializzata d’investigatori, è impegnata dal 2006, oltre che al contrasto dei fenomeni criminali anche ad un lavoro di prevenzione che pone attenzione a tutti quei segnali che possono rappresentare l’inizio di una grave manipolazione.

Durante l’introduzione al dibattito della responsabile della squadra antisette della Polizia di Stato, Francesca Capaldo ha detto: “Le sette sono delle organizzazioni criminali con strutture piramidali che caratterizzano la vita della comunità attraverso un leader carismatico che ha un preciso programma di persuasione volto proprio a condizionare il pensiero degli adepti e a realizzare la manipolazione mentale”. Il funzionario ha proseguito affermando che “La regola che vige tra gli adepti è l’omertà. Il modus operandi dell’organizzazione è quello di rivolgersi a persone che sono fragili emotivamente a causa di un lutto, la perdita del lavoro, problemi di salute; questo è quello che emerge da un’attività d’indagine che negli ultimi anni ha coinvolto molte persone, soprattutto le donne, tra le vittime”.

Nel corso del convegno don Aldo Buonaiuto, responsabile del Servizio antisette dell’Associazione Giovanni XXIII ha illustrato anche il lavoro del numero verde nazionale (800-228866) che costituisce un primo importante filtro nelle segnalazioni ritenute attendibili e oggetto di approfondimento investigativo.