Il Parlamento europeo ha approvato nuove regole per stabilire le opportunità di pesca nel mare Adriatico: Italia, Croazia e Slovenia sono i paesi UE con un interesse diretto
Nuove regole su come, dove e quando sia possibile pescare nel Mar Adriatico pesci pelagici di piccole dimensioni, quali sardine e acciughe, sono state adottate dal Parlamento europeo.
Il piano pluriennale proposto, approvato con 342 voti in favore, 295 contrari e 24 astensioni, istituirebbe possibilità di pesca per le piccole specie che nuotano vicino alla superficie del Mar Adriatico, principalmente acciughe e sardine.
Il Parlamento ha stabilito che per il 2019 i limiti di cattura degli stock pelagici dovrebbero essere fissati ai livelli di pesca del 2014, e poi ridotti del 4% all’anno per ogni Stato membro interessato, tra i 2020 e il 2022. Tuttavia, questa riduzione del 4% non si applicherebbe se, in un anno precedente, le catture totali per ogni Stato membro fossero inferiori (oltre al 2% in meno) rispetto al 2014.
Sono stabiliti inoltre specifici periodi di divieto di pesca per i diversi stock, per le imbarcazioni e per gli attrezzi da pesca, allo scopo di proteggere le aree di vivaio e di deposizione delle uova.
Supporto finanziario per le imprese
I deputati hanno inoltre convenuto di autorizzare in via eccezionale i pescherecci che potrebbero porre fine o ridurre temporaneamente le loro attività per rendere effettive queste nuove norme, a far domanda al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP)per ottenere un sostegno finanziario fino al 15% al di sopra del massimale esistente. Questa deroga è valida fino al 31 dicembre 2020 e per un massimo di nove mesi.
Valutazione dopo tre anni
La Commissione dovrebbe valutare l’impatto del piano pluriennale sugli stock tre anni dopo la sua entrata in vigore e proporre, se necessario, modifiche al regolamento.
Il testo stabilisce il mandato del Parlamento per avviare negoziati con i ministri dell’UE sul testo finale della legislazione. I colloqui potranno avere inizio non appena il Consiglio si sarà accordato sulla sua posizione.
La stragrande maggioranza della piccola pesca pelagica nell’Adriatico riguarda l’acciuga e la sardina. Tutte le attività di pesca pelagica in quella zona sono valutate a circa 74 milioni di euro (2013). Quasi tutte le attività di pesca con acciughe e sardine provengono dall’Italia e dalla Croazia, con alcune imbarcazioni provenienti da Slovenia, Albania e Montenegro.
Due piani pluriennali nell’ambito della nuova PCP sono già stati approvati dal Parlamento europeo e dal Consiglio: il piano per il Mar Baltico adottato nel 2016 e il piano per il Mare del Nord adottato nel 2018.