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Carcinoma epatocellulare: Commissione UE approva cabozantinib

In Italia si stima un totale di circa 130mila pazienti affetti da patologie autoimmuni con difficoltà di accesso ai farmaci biologici

La Commissione Europea (CE) ha approvato cabozantinib 20, 40, 60 mg come monoterapia per il Carcinoma Epatocellulare (HCC) negli adulti precedentemente trattati con sorafenib

Ipsen (Euronext: IPN; ADR: IPSEY) ha annunciato oggi che la Commissione Europea (CE) ha approvato cabozantinib 20, 40, 60 mg come monoterapia per il Carcinoma Epatocellulare (HCC) negli adulti precedentemente trattati con sorafenib. L’approvazione permette la commercializzazione di cabozantinib per questa indicazione nei 28 Stati membri dell’Unione Europea, in Norvegia e Islanda.

“L’approvazione di cabozantinib da parte della Commissione Europea offre una nuova opzione necessaria ai pazienti con carcinoma epatocellulare. Fino ad ora, i medici in Europa avevano a disposizione solo una terapia approvata per il trattamento di seconda linea di questo tumore aggressivo e difficile da trattare. Siamo orgogliosi di presentare cabozantinib come trattamento innovativo che ha dimostrato di prolungare la vita dei pazienti con carcinoma epatocellulare precedentemente trattati”, afferma Harout Semerjian, Chief Commercial Officer, Ipsen. “Questa nuova indicazione sottolinea l’impegno di Ipsen nel migliorare la vita dei pazienti grazie all’ampliamento dei benefici clinici nel trattamento dei tumori solidi”.

Philippe Merle, M.D., Ph.D., specialista di Epatologia e Gastroenterologia presso l’Ospedale La Croix-Rousse, Lione (Francia), dichiara: “I pazienti con carcinoma epatocellulare in Europa possono beneficiare di un trattamento che, con lo studio CELESTIAL, si è dimostrato efficace nel prolungare la vita e ritardare la progressione della malattia. Èuno sviluppo molto incoraggiante per i pazienti con carcinoma epatocellulare e offre agli specialisti una nuova opzione terapeutica nel trattamento di questa complessa patologia”.

L’approvazione della Commissione Europea si basa sui risultati dello studio registrativo di fase 3 globale CELESTIAL, controllato verso placebo che ha soddisfatto l’endpoint primario della sopravvivenza globale (OS) con cabozantinib che ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente significativo nella OS rispetto al placebo in pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato che sono stati precedentemente trattati con sorafenib . A luglio 2018 i risultati dello studio di fase 3 CELESTIAL sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.

La Commissione Europa ha inoltre approvato cabozantinib per il trattamento del carcinoma a cellule renali avanzato (aRCC) sia nei pazienti adulti naïve al trattamento, a rischio intermediate e poor (maggio 2018), che negli adulti trattati con precedente terapia target anti-VEGF (fattore di crescita endoteliare vascolare) (settembre 2016).

Le raccomandazioni dettagliate per l’utilizzo del farmaco sono descritte nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) al seguente indirizzo:
https://www.ema.europa.eu/documents/product-information/cabometyx-epar-product-information_it.pdf.

Lo studio CELESTIAL

CELESTIAL è uno studio globale di fase 3 randomizzato, in doppio cieco, di cabozantinib controllato vs placebo in pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato trattati in precedenza con sorafenib. Lo studio è stato condotto globalmente in più di 100 centri in 19 Paesi. Lo studio è stato progettato per arruolare 760 pazienti affetti da carcinoma epatocellulare avanzato trattati in precedenza con sorafenib che potevano aver ricevuto fino a due precedenti terapie antitumorali sistemiche per carcinoma HCC e con adeguata funzionalità epatica. L’arruolamento dello studio è stato completato a settembre 2017, e sono stati randomizzati 773 pazienti. I pazienti sono stati randomizzati con una ratio di 2:1 a ricevere 60 mg di cabozantinib una volta al giorno o placebo e sono stati stratificati in base all’eziologia della malattia (epatite C, epatite B o altro), regione geografica (Asia verso altre regioni) e presenza di malattia extraepatica e/o invasione macrovascolare (sì o no). Non era permesso il cross-over tra i bracci dello studio.

L’endpoint primario dello studio è l’OS, gli endpoint secondari includevano la percentuale di risposta obiettiva (ORR) e la sopravvivenza libera da progressione (PFS). Gli endpoint esploratori includevano i patient reported outcome, i biomarcatori e la sicurezza.

Sulla base dei dati clinici disponibili provenienti da diversi studi condotti nel setting in seconda linea dell’HCC, l’ipotesi statistica per l’endpoint primario di OS nel CELESTIAL prevedeva una mediana di 8.2 mesi di OS per il gruppo placebo. Erano quindi richiesti un totale di 621 eventi nello studio per ottenere una potenza del 90% al fine di rilevare un aumento del 32% della mediana di OS nell’analisi finale (HR 0.76). Sono state pianificate due analisi ad interim e condotte rispettivamente al 50% e al 75% dei 621 eventi previsti. Il comitato indipendente di monitoraggio dei dati per lo studio ha raccomandato di interrompere la sperimentazione per efficacia dopo la revisione della seconda analisi ad interim programmata.

Lo studio CELESTIAL ha raggiunto il suo endpoint primario con cabozantinib registrando un miglioramento clinicamente e statisticamente significativo della sopravvivenza globale (OS) rispetto al placebo in pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato (HCC). I dati di sicurezza dello studio erano coerenti con il profilo di cabozantinib.

Il carcinoma epatocellulare (HCC)

Il Carcinoma Epatocellulare (HCC) è la forma più comune di tumore epatico negli adulti. La malattia origina da cellule presenti nel fegato denominate epatociti. Con circa 800.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno, l’HCC rappresenta la sesta più comune causa di tumore e la seconda causa di morte di tumore nel mondo. Secondo i dati di GLOBOCAN, si stima che all’interno dell’Unione Europea (EU-28) circa 60.000 nuovi pazienti saranno diagnosticati con un tumore epatico nel 2020.
Senza trattamento, i pazienti con la malattia in fase avanzata in genere sopravvivono tra 4 e 8 mesi.

Cabozantinib

Cabozantinib è una piccola molecola orale inibitrice di recettori di tirosinchinasi tra cui VEGFR, MET, AXL e RET. In modelli preclinici cabozantinib ha dimostrato di inibire l’attività di questi recettori, che sono coinvolti nel normale processo funzionale cellulare ed in processi patologici quali angiogenesi tumorale, invasività, formazione di metastasi e resistenza al farmaco.

Nel febbraio 2016 Exelixis e Ipsen hanno annunciato l’accordo di licenza esclusiva per la commercializzazione e l’ulteriore sviluppo di indicazioni di cabozantinib al di fuori degli Stati Uniti, Canada e Giappone. Questo accordo è stato emendato nel dicembre del 2016 per includere i diritti di commercializzazione per Ipsen in Canada.

Le compresse di cabozantinib sono approvate negli Stati Uniti per il trattamento di pazienti con RCC avanzato. Il 9 settembre 2016 la Commissione Europea ha approvato nell’ Unione Europea, in Norvegia e Islanda cabozantinib in compresse per il trattamento di pazienti adulti con RCC avanzato che avevano ricevuto in precedenza terapia target del fattore di crescita endoteliale vascolare VEGF. Cabozantinib è inoltre approvato in Australia, Brasile, Canada, Hong Kong, Corea del Sud, Svizzera, Taiwan, Ucraina. Cabozantinib è disponibile in dosi da 20 mg, 40 mg o 60 mg. La dose raccomandata è 60 mg per via orale una volta al giorno.

Il 17 maggio 2018 Ipsen ha annunciato che la Commissione Europea ha approvato cabozantinib per il trattamento di prima linea di pazienti adulti con carcinoma a cellule renali (RCC) a rischio intermediate e poor nell’Unione Europea, in Norvegia e Islanda.

Il 15 novembre Ipsen ha annunciato che la Commissione Europea ha approvato cabozantinib per il trattamento di seconda linea del carcinoma epatocellulare (HCC) in pazienti adulti precedentemente trattati con sorafenib nell’Unione Europea, in Norvegia e Islanda.

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