Uecoop interviene sul discusso tema degli inceneritori: nel nostro Paese più del 20% dei sacchi di spazzatura raccolti finisce in un termovalorizzatore
In Italia più di 1 sacco di spazzatura su 5 finisce negli inceneritori con 41 impianti attivi sulla Penisola di cui il 63% concentrato al Nord dove il record spetta alla Lombardia che ha 13 impianti e all’Emilia Romagna con 8. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Ispra in relazione al dibattito sul trattamento degli scarti urbani in Italia.
A livello nazionale più di 1 sacchetto di spazzatura su 5 finisce nei termovalorizzatori, pari a 5,4 milioni di tonnellate sui 30,1 milioni totali. In Lombardia è trattato il 34% del totale dei rifiuti urbani inceneriti a livello nazionale, in Emilia Romagna il 18%, in Campania il 13%, in Piemonte l’8%, nel Lazio il 7%, in Toscana il 5%, in Veneto il 4%, in Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia Sardegna e Molise il 2%, mentre in Puglia, Calabria e Basilicata l’1%.
Mentre le regioni che producono più rifiuti totali sono la Lombardia con 4,8 milioni di tonnellate, il Lazio con 3 milioni, l’Emilia Romagna con 2,9 e la Campania con 2,6 milioni. Sopra il milione di tonnellate rimangono la Sicilia e il Veneto con 2,4 milioni, il Piemonte con 2,1 milioni e la Puglia con 1,9 milioni.
Il comparto dei rifiuti è uno dei più delicati e complessi sia per la gestione della raccolta, soprattutto nelle grandi città, che per la fase di separazione e trattamento con esigenze in continua crescita come dimostrano anche l’aumento degli addetti nel mondo cooperativo cresciuti al ritmo medio di oltre mille all’anno per oltre 6.800 nuovi posti di lavoro fra il primo trimestre 2013 e lo stesso periodo del 2018.
A livello nazionale nelle pattumiere delle case italiane negli ultimi dieci anni sono finite 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti in meno, ma questo non ha però risolto le situazioni problematiche esistenti in diversi centri urbani italiani.