Istat, inflazione a novembre risale a +1,7%: l’aumento dell’indice nazionale dei prezzi al consumo si traduce in una stangata per le coppie con un figlio (+519 euro)
Secondo i dati provvisori di novembre resi noti oggi dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) registra un aumento dell’1,7% su base annua, da +1,6% di ottobre e +1,4% di settembre.
“Continua la corsa autunnale dei prezzi. Un’inflazione che non dipende certo da una ripresa dei consumi, essendo sostenuta dai prezzi dei beni energetici: +10,7% i regolamentati, +7,8% i non regolamentati. E’, quindi, prevalentemente importata” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Purtroppo inverte la rotta anche il carrello della spesa che, dopo essere sceso da +1,5% di settembre a +0,7% di ottobre, risale nel mese di novembre a +1,1%. Anche se il rialzo dei prezzi è relativamente contenuto, resta una brutta notizia per la casalinga di Voghera” prosegue Dona.
“Per una coppia con due figli, la famiglia tradizionale di una volta, l’inflazione a +1,7% significa avere una maggior spesa annua complessiva di 554 euro, 298 euro per i beni ad alta frequenza di acquisto, 99 euro per carrello della spesa, ossia per gli acquisti quotidiani, mentre si arriva a ben 196 euro per abitazione, acqua ed elettricità, 186 per i trasporti” prosegue Dona.
“Per la coppia con 1 figlio, la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia, la stangata è di 519 euro su base annua, 275 per i beni acquistati più frequentemente, 88 per le compere di tutti i giorni, 191 per l’abitazione, 172 per i trasporti, mentre per l’inesistente famiglia tipo, l’incremento dei prezzi si traduce, in termini di aumento del costo della vita, in 429 euro in più nei dodici mesi, 224 per i beni ad alta frequenza, 74 euro per il carrello della spesa, 179 per l’abitazione” conclude Dona.
Coldiretti: prezzi su anche per il maltempo
A spingere il carrello della spesa sono gli effetti devastanti del maltempo di novembre che ha decimato le coltivazioni e favorito il rincaro dei prezzi con ben 41 trombe d’aria, il 128% in più dello scorso anno. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’aumento dell’inflazione a novembre sulla base dei dati Istat.
Alluvioni e bombe d’acqua, oltre al forte vento ed alle temperature elevate in modo anomalo per il periodo, hanno danneggiato le coltivazioni in pieno campo ed in serra, riducendo la disponibilità di prodotti orticoli, soprattutto nelle regioni centro-meridionali del paese. Il risultato si è visto sul tasso di aumento dei prezzi dei beni alimentari che – sottolinea la Coldiretti – per i i prodotti non lavorati è passato da +0,8% del mese precedente a +1,1% mentre quello dei lavorati è salito da +1,0% a +1,3% di novembre.
Il crollo della produzione provocato dal maltempo ha effetti sugli acquisti anche per il rischio di speculazioni nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola, a danno dei consumatori e dei produttori. L’andamento anomalo di quest’anno con fino ad oltre mezzo miliardo e mezzo di danni in agricoltura conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che con la più elevata frequenza di eventi estremi. Una anomalia che ha effetti anche sulla spesa dei cittadini che devono fare i conti con la variabilità delle quotazioni.