Operazione “Emma 4” della Polizia Postale insieme alle polizie di 30 Paesi Ue per contrastare i money mules, prestanome che aprono conti correnti sui quali vengono poi accreditate le somme provenienti da frodi informatiche
La Polizia di Stato ha preso parte alla campagna ad alto impatto “Emma 4”, coordinata a livello internazionale da Europol e Eurojust, contro il financial cybercrime, in continuo e crescente aumento a livello globale.
L´iniziativa, organizzata in due fasi, è stata incentrata sul contrasto al fenomeno dei “money mules“, ovvero nei confronti di coloro che offrono la propria identità per l’apertura di conti correnti o carte di credito, sui quali vengono poi accreditate le somme provenienti da frodi informatiche ai danni di ignari cittadini.
Nella prima parte, che si è svolta da settembre a novembre, le polizie di 30 Paesi hanno eseguito diverse operazioni di polizia giudiziaria, nei confronti di gruppi criminali di diverse nazionalità resisi responsabili di cyber crimini finanziari ai danni di singoli cittadini, piccole e medie imprese ed importanti gruppi bancari e di intermediazione finanziaria. Il risultato è stato di oltre 1.500 “muli” individuati, 140 organizzatori e coordinatori di muli identificati e di 168 persone arrestate.
In Italia la Polizia postale e delle comunicazioni ha identificato 101 money mules di cui 50 arrestati e 13 denunciati. Le transazioni fraudolente sono state 320, per un totale di circa 34 milioni di euro, di cui circa 20 milioni euro sono stati bloccati e, in parte, recuperati grazie alla piattaforma per la condivisione delle informazioni denominata “OF2CEN” realizzata per prevenire e contrastare le aggressioni criminali ai servizi di home banking e monetica.
Da oggi, invece, è partita la seconda fase dell´operazione che proseguirà fino all’11 dicembre che è incentrata su campagne di sensibilizzazione e prevenzione nei Paesi che hanno preso parte all’iniziativa; lo scopo è quello di creare consapevolezza in chi favorisce, con la propria opera, il riciclaggio dei guadagni di attività illecite come le frodi online o il phishing e che commette a sua volta reati molto gravi.
Come funziona il sistema dei money mules
Può capitare di ricevere un messaggio sui social oppure una email da parte di società che offrono lavoro con “guadagni facili”: promettono una percentuale su dei soldi che bisogna ricevere sul proprio conto corrente per poi girarli su quello della fantomatica società e il gioco è fatto. Il guadagno c’è sempre ed è “sicuro” perché nella somma che arriva è già compreso il compenso da trattenere; per esempio si ricevono 1.050 euro e se ne trasferiscono 1.000.
Ebbene, bisogna fare molta attenzione perché, in quel momento, si diventa un “Money mule”; si è complici del reato di riciclaggio, e si può finire anche in carcere.
Le società che operano legittimamente non chiederanno mai alle persone di utilizzare i loro conti bancari o trasferire denaro attraverso i loro account. Nessuno dovrebbe dare accesso o fornire i propri conti bancari o portafogli elettronici a persone sconosciute o non fidate.