Manovra e incentivi Industria 4.0: interviene CRSLaghi


Il centro di ricerche CRSLaghi analizza gli incentivi alla ricerca per lo sviluppo dell’Industria 4.0 in Italia previsti dalla manovra

Il centro di ricerche CRSLaghi analizza gli incentivi alla ricerca per lo sviluppo dell'Industria 4.0 in Italia previsti dalla manovra 

Tema caldo di questi giorni è certamente la legge di bilancio 2019 rispetto al reddito di cittadinanza e alle pensioni. C’è un aspetto tuttavia cruciale per l’industria italiana, ampiamente dibattuto da Confindustria, Confcommercio, Confartigianato e dai vari esponenti del mondo imprenditoriale italiano, che riguarda gli incentivi alla ricerca per lo sviluppo dell’Industria 4.0 in Italia.

La manovra di bilancio di questi giorni sembra confermare le misure agevolative, in continuità con quelle del precedente governo, pur depotenziando alcune delle politiche e degli strumenti di Industria 4.0, che avevano dato ottimi risultati:

  • un credito di imposta sceso dal 50% al 25% per alcune tipologie di spesa (l’aliquota del 50% resta applicabile solo agli investimenti relativi a personale dipendente e contratti con università ed enti di ricerca, start-up e PMI innovative);
  • e l’importo massimo annuale di credito spettante per impresa dimezzato da 20 a 10 milioni.

L’impresa e principalmente le PMI hanno vitale bisogno di questi incentivi per fare ricerca e innovazione. Basti pensare che grazie al credito di imposta gli investimenti privati in ricerca sono aumentati del 56% negli anni 2013-2017 e che l’interesse delle aziende nel continuare a investire in sviluppo e innovazione è confermato dalle previsioni sul 2018.

Per quanto riguarda in particolare il credito d’imposta per le attività di Ricerca e Sviluppo, sembra ci siano buone notizie per università e centri di ricerca visto che l’aliquota dovrebbe essere mantenuta al 50%.

Di seguito ecco i dati sulle ricerche commissionate dal 2017 ad oggi, grazie anche agli incentivi previsti dalla precedente manovra di bilancio.

In totale le ricerche commissionate dal 2017 ad oggi sono circa 350, di cui 200 nel 2018

  • Le tipologie di ricerche sono:

o   65%               sviluppo sperimentale

o   26%               sviluppo industriale sperimentale

o   8%                 industriale

  • La ripartizione delle ricerche all’interno dei Dipartimenti è la seguente:
    • 37,5%           Scienze Fisiche, Ingegneristiche, Chimiche, Biologiche e degli Alimenti&Bevande
    • 34%              Scienze e Tecnologie Informatiche
    • 19,5%           Scienze Economiche e Statistiche
    • 6,5%             Scienze Giuridiche (prevalentemente ricerche su welfare aziendale e smart working)
    • 2,5%             Scienze Umane e Scienze della Mediazione Linguistica e Culturale
  • Le ricerche già pubblicate sono 6 (l’iter di pubblicazione scientifica è abbastanza strutturato, ci vuole un certo tempo, inoltre non tutte le aziende vogliono pubblicare le ricerche, per motivi di segretezza)
  • Le aziende committenti sono prevalentemente PMI, anche se ci sono state alcune multinazionali (<5 ricerche). Circa il 10% delle committenti sono cooperative.
  • La tipologia di aziende committenti è:
    • 34%               servizi/consulenza
    • 16%               meccanica
    • 8,5%              alimenti e bevande
    • % rimanente sono settori sono molto variegati (servizi ambientali, comunicazione, elettrotecnico, logistica, edilizia, chimico, commercio, cartiera, sanitario, abbigliamento, cosmetica, ecc)
  • Per quanto riguarda la localizzazione geografica delle aziende committenti, la ripartizione è la seguente (90% delle aziende committenti si trova in nord Italia):
    • 48% Lombardia
    • 19%              Piemonte
    • 14,5%           Veneto
    • 5,5%             Emilia Romagna
    • 5%                Liguria
    • 3,5%             Sicilia
    • 1,5%             Lazio
    • 1%                Umbria
    • 1%                Friuli Venezia Giulia
    • 0,7%             Toscana
    • 0,3%             Marche