Nella squadra degli Uffizi arrivano due nuovi restauratori e il team passa da 3 a 5 esperti. Il direttore Schmidt: “Abbiamo fatto rientrare un cervello in fuga”
Due nuovi restauratori entrano nella squadra degli Uffizi. Si tratta di Flavia Puoti, 32enne romana specializzata nel restauro di metalli, vetri, ceramiche e materiali organici, e Maurizio Michelozzi, fiorentino, 46 anni, esperto nella conservazione di disegni, cartoni e pergamene. In servizio da alcuni giorni, sono entrambi risultati vincitori di un concorso pubblico per funzionari restauratori bandito nel 2016; con il loro arrivo, l’organico dei restauratori in forze agli Uffizi passa da 3 a 5.
Puoti, laureata con lode all’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro di Roma, ha avuto svariate esperienze internazionali, lavorando in Francia ed in Usa, in particolare al Warren Lasch Conservation Center di Charleston, in North Carolina, che ha lasciato al termine dell’anno appena passato proprio per entrare a far parte degli Uffizi, dove opera all’interno del laboratorio di restauro nel giardino di Boboli. Tra i suoi interventi più importanti, il restauro su uno dei primi sottomarini mai realizzati, risalente ai tempi della guerra civile americana, ed operazioni di conservazione di cannoni di metà ‘700 appartenenti probabilmente ad una nave pirata a Marettimo, in Sicilia.
Anche Michelozzi, laureato all’Opificio delle Pietre Dure, ha avuto esperienze negli Usa, in particolare a Philadelphia e Cleveland: tra i suoi interventi di rilievo, il contributo al recente restauro sull’enorme disegno preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello, custodito alla pinacoteca ambrosiana di Milano. Attualmente è impiegato nel Gabinetto Disegni e stampe degli Uffizi.
“Con l’arrivo di Puoti e Michelozzi si aggiungono alla nostra squadra due professionisti rinomati a livello internazionale nei loro settori di competenza – li ha accolti il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – le loro specializzazioni sono strategiche per le attività delle Gallerie. E Flavia, in particolare, può essere considerata un ex cervello in fuga tornato in Italia dall’estero, visto che ha lasciato il Warren Lasch Conservation Center della Clemson University di Charleston proprio per unirsi a noi”.