Il Maggio va in trasferta. L’Orchestra torna a viaggiare per i teatri della Toscana grazie al progetto Maggio in Regione che prevede, da qui all’inizio di febbraio, una serie di concerti diretti dal maestro Alvise Casellati
A partire da questo giovedì il direttore e l’Orchestra del Maggio porteranno la Sinfonia n. 38 in re maggiore K. 504 Praga di Mozart e la Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36 di Beethoven in “tournée”, con cinque concerti in calendario in meno di dieci giorni. Il primo è fissato giovedì 24 gennaio alle 21 al Teatro Goldoni di Livorno, sabato 26 (ore 21) al Teatro Jenco di Viareggio, martedì 29 (ore 21) al Teatro Era di Pontedera, mercoledì 30 (ore 21) al Teatro Persio Flacco di Volterra e infine sabato 2 febbraio (ore 21) al Teatro moderno di Grosseto.
Sinfonia n. 38 in re maggiore K. 504 Praga – Wolfgang Amadeus Mozart
Nel 1786 Mozart vive un momento di crisi; a Vienna le sue ultime composizioni non riscuotono più il favore di un tempo, considerate troppo difficili e adatte alle orecchie di un pubblico di intenditori piuttosto che di dilettanti desiderosi di svago musicale. A consolarlo dall’amarezza per la disaffezione del pubblico viennese giunge fortunatamente un invito da Praga, dove il compositore è chiamato per tastare con mano il successo senza pari ottenuto dalle Nozze di Figaro. Per l’occasione, come omaggio alla benevola città boema che lo avrebbe accolto con tutti gli onori, Mozart compone una delle sue pagine sinfoniche più significative: la Sinfonia in re maggiore KV 504 “Prager”. Considerata ai vertici della produzione mozartiana, quest’opera mostra un’evoluzione rispetto alle sinfonie precedenti sia sul piano dell’organico, dove si attestano legni, corni e trombe a coppie, sia su quello formale, con l’introduzione di un Adagio in apertura prima dell’Allegro e la soppressione del Minuetto. Altra peculiarità è la consonanza dei tre movimenti con il mondo dell’opera. Nella Sinfonia “di Praga” si respira infatti il clima delle grandi creazioni mozartiane per il teatro, dal primo movimento in cui il compositore anticipa atmosfere che ritroveremo nel Don Giovanni, al dinamicissimo terzo movimento in cui emergono echi e risonanze delle Nozze di Figaro.
Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36 – Ludwig van Beethoven
Fin dalla sua prima prova in campo sinfonico Beethoven dimostrò di voler seguire la strada che lo avrebbe condotto verso nuovi orizzonti musicali. Nata mezzo secolo prima come genere di puro diletto sonoro, la sinfonia si sarebbe trasformata nelle sue mani nel mezzo di comunicazione privilegiato delle istanze poetiche del musicista. La Seconda Sinfonia in re maggiore op. 36 risale al 1802, anno in cui Beethoven è costretto a combattere dolorosamente con l’acuirsi della sua malattia. Nonostante tutto, il musicista si dedica anima e corpo alla composizione dando vita, tra le varie opere di quel periodo, alla sua Seconda Sinfonia. Giudicata dai suoi contemporanei troppo lunga e troppo elaborata rispetto agli standard del tempo, la Seconda è una pagina animata da energia palpitante che riassume abilmente elementi del passato e del futuro. Se da un lato l’Introduzione lenta e solenne (secondo il modello di Haydn) e il malinconico tema del Larghetto appartengono ancora al clima espressivo classico, dall’altro si fanno strada elementi di stampo assolutamente beethoveniano, quali i temi fieri e risoluti del primo movimento, lo Scherzo, che prenderà stabilmente il posto del settecentesco Minuetto, fino al trattamento dei fiati, che Beethoven fa emergere in opposizione agli archi, dando loro una fisionomia e un’importanza nuova.