Anatomo-patologi: vetrino arma efficace contro i tumori


La Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica: il vetrino è sempre più una vera e propria arma contro il cancro

La Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica: il vetrino è sempre più una vera e propria arma contro il cancro

Un ruolo importante ma non ancora sufficientemente valorizzato all’interno del sistema sanitario nazionale italiano. È questa l’attuale situazione dell’anatomo-patologo italiano, una figura professionale fondamentale per la diagnosi e per la scelta della terapia adeguata in particolare per i pazienti oncologici.

“Il vetrino è sempre più una vera e propria arma contro il cancro – afferma il Prof. Mauro Truini, Presidente Nazionale della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica – Divisione Italiana della International Academy of Pathology (SIAPEC-IAP) –. Tale concetto è riportato dalle più prestigiose riviste internazionali. Le cellule prelevate con esame citologico, talora anche in fasi precoci dello sviluppo delle neoplasie, ma più spesso in pazienti inoperabili, consentono non solo la diagnosi ma anche lo studio delle alterazioni dei geni indispensabile per la selezione dei pazienti oncologici per una terapia mirata e personalizzata. Con una diagnostica molecolare, che è ormai parte integrante della nostra attività quotidiana, aiutiamo l’oncologo nella scelta corretta di un trattamento, che sia il più adatto al paziente per le differenti neoplasie. Possiamo così favorire l’appropriatezza prescrittiva ed evitare ai pazienti e all’intera collettività terapie inutili se non addirittura controproducenti con risparmi importanti per l’interno sistema sanitario nazionale”.

“La possibilità di fare una diagnostica precoce è propria della diagnosi citologica “to obtain more with less”. Cioè riuscire ad ottenere sempre più informazioni dallo studio di poche cellule è alla base del nostro lavoro – afferma la Prof. Esther Diana Rossi Co-direttore scientifico per la SIAPEC-IAP con il Prof Syed Ali co-direttore scientifico per la IAC del Tutorial che inizierà oggi a Roma -. La citologia riveste un ruolo sempre più importante nella diagnosi delle patologie neoplastiche e non-neoplastiche. Interveniamo per esempio con le nostre diagnosi in un gran numero dei casi di carcinoma della mammella, la neoplasia femminile più diffusa nel nostro Paese e che solo lo scorso anno ha colpito 52.800 donne. Per questa patologia dobbiamo stabilire la presenza di determinate caratteristiche delle cellule neoplastiche che possono rendere efficaci le terapie. Non dobbiamo dimenticare inoltre il ruolo che la citologia ha sempre più acquisito per la diagnosi pre-operatoria delle neoplasie tiroidee e delle ghiandole salivari. L’utilizzo di tecniche ancillari, come l’immunocitochimica e la biologia molecolare possono consentire una diagnosi pre-operatoria che ci guidi nel management clinico o chirurgico più adeguato”. La maggior parte degli esperti citopatologi riuniti a Roma per il tutorial hanno contribuito con ruoli leader alla stesura di linee guida internazionali e sistemi di classificazioni delle lesioni della tiroide, delle ghiandole salivari, del polmone e della mammella, consentendo una apertura chiara e bidirezionale tra il patologo/citopatologo ed il clinico.

“Chiediamo quindi alle istituzioni sanitarie, locali e nazionali, che ci siano maggiori investimenti in questa branca della medicina sia per la formazione degli specialisti, che come già succede nel Regno Unito, sono sempre meno, che nell’acquisto di nuove tecnologie”. L’appello della SIAPEC-IAP arriva nel corso di un Tutorial dell’International Academy of Cytology (IAC) che prende il via oggi e si svolge fino a sabato a Roma. L’evento vede la partecipazione di oltre 100 specialisti e vuole promuovere le conoscenze sulle ultime novità della diagnostica citologica attraverso le relazioni di alcuni tra i massimi esperti mondiali.

“La personalizzazione del protocollo in base alla risposta dei pazienti alla terapia è una realtà consolidata nella pratica clinica – aggiungono Guido Fadda, Professore dell’Istituto di Anatomia e Istologia Patologica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Giovanni Negri Professore di Anatomia Patologica all’Ospedale di Bolzano, entrambi Responsabili del comitato italiano di Citologia della SIAPEC-IAP e relatori al Tutorial di Roma -. Emblematica in questo senso è l’evoluzione del trattamento del carcinoma polmonare per il quale effettuiamo esami ed analisi di precisione spesso su una minima quantità di cellule grazie all’agoaspirato. Nel caso del tumore polmonare, nonostante gli evidenti progressi, non siamo riusciti ancora ad ottenere risultati soddisfacenti in termini di sopravvivenza. Ogni anno si registrano oltre 33.800 decessi in tutta la Penisola. Una sempre migliore conoscenza dei meccanismi molecolari può essere la chiave per contrastare con maggiore efficacia questa pericolosa neoplasia. La ricerca deve quindi proseguire in questa direzione così come la collaborazione tra oncologo e anatomo-patologo che va rafforzata”.

Il Tutorial di Roma sarà anche l’occasione di presentare le ultime novità scientifiche emerse sull’HPV test (Papilloma virus umano). “Il virus HPV causa complessivamente nelle varie sedi corporee 6.500 cancri ogni anno in Italia – conclude il prof. Truini –. Tali neoplasie HPV correlate sono in crescita ed hanno sede nel cavo orale e faringeo, nell’ultimo tratto intestinale, nel pene, nella vulva e vagina e nel collo dell’utero. Da qui la necessità di uno studio anche con metodiche molecolari per la precisa caratterizzazione di tali neoplasie e per il loro corretto trattamento. Anche in questo caso possiamo favorire una personalizzazione dei trattamenti anti-tumorali. Inoltre auspichiamo che tutte le Regioni adottino al più presto l’HPV test nel programma di screening per il carcinoma del collo dell’utero”.

Il Tutorial IAC di Roma analizzerà tutti gli ambiti di applicazione della Citologia e tutti i validi benefici che tale ramo dell’Anatomia Patologia può fornire nella diagnosi e management dei pazienti, sottolineando come una visione globale, multidisciplinare, rappresenti il percorso ottimale sempre nell’interesse del paziente.