I trasferimenti di denaro in euro all’interno della zona euro non costano quasi nulla. Da adesso, tutti i cittadini dell’UE potranno beneficiare di costi sui pagamenti limitati
È atteso per il 14 febbraio 2019 il voto degli eurodeputati che garantisce costi più bassi per i pagamenti in euro all’interno dell’UE e costi di cambio più trasparenti nel caso in cui il pagamento avvenga fra due valute diverse.
Costi più bassi per i paesi al di fuori della zona euro
Le norme attualmente in vigore permettono già i pagamenti a basso costo tra i paesi della zona euro. Per esempio, se vivi in Finlandia e vuoi comprare un paio di scarpe dall’Italia, i costi aggiuntivi saranno gli stessi applicati di solito nel paese di residenza, ossia zero il più delle volte.
Nel caso in cui tu vivessi in Bulgaria, che non è uno dei paesi della zona euro, e volessi comprare quello stesso paio di scarpe, il pagamento in euro all’Italia potrebbe costarti anche circa €24, come dimostrato da uno studio della Commissione europea.
Le modifiche apportate alla legislazione europea allineeranno i costi per inviare o ricevere pagamenti in euro, tramite le banche o altri fornitori di servizi di pagamento in paesi della zona non-euro, con i costi per i pagamenti nella valuta nazionale. Ciò renderà i pagamenti in euro più convenienti: da un lato si incentivano i consumatori ad acquistare prodotti dall’estero, dall’altro si riducono i costi commerciali per le aziende.
Dopo aver strappato un accordo provvisorio con il Consiglio a dicembre 2018, la relatrice Eva Maydell, eurodeputata bulgara del Partito popolare europeo, ha affermato che questo è un passo avanti verso il mercato unico europeo
“Con la riduzione di costi così alti e ingiustificati per il trasferimento di denaro, le istituzioni europee mostrano che solo lavorando assieme otteniamo risultati per i nostri cittadini”, detto in un tweet.
I costi del cambio: una scelta informata per i consumatori
La legislazione cerca anche di garantire maggiore trasparenza sui costi applicati quando per un pagamento bisogna effettuare il cambio di valuta.
Se, per esempio, un cittadino tedesco vuole pagare con una carta in un ristorante in Polonia, può decidere se pagare in euro o nella valuta polacca, lo zloty. Se sceglie di pagare in zloty, la conversione della valuta viene fatta dalla sua banca; se invece decide di pagare in euro, il servizio viene fornito dalla banca del ristoratore.
I consti potrebbero essere diversi. Quindi, se il cliente non riceve informazioni chiare in merito, potrebbe ritrovarsi a pagare più del dovuto.
Con le nuove norme diventa obbligatorio dare all’utente tutte le opzioni possibili per il cambio, mostrando i costi totali in modo chiaro e neutrale prima che la transazione sia conclusa. Una maggiore trasparenza dovrebbe portare a una maggiore competizione tra i fornitori di servizi di pagamento e, col tempo, anche a un abbassamento dei costi di cambio.
La discussione parlamentare è prevista per la seduta di plenaria del 13 febbraio 2019, mentre la votazione è in agenda per il giorno successivo.