Fino a Domenica 17 febbraio a Imola, nella Chiesa dell’Annunziata, si potrà visitare una mostra dedicata all’affascinate lavoro di Giuseppe Coni a cura di Elisa Muro Pelliconi e Associazione Spazio Arte Amphora
Fino a Domenica 17 febbraio, è in corso a Imola, nei suggestivi spazi espositivi della Chiesa dell’Annunziata, una mostra dedicata all’affascinate lavoro di Giuseppe Coni, outsider dell’arte scomparso tragicamente a Roma tre anni fa.
Dopo l’incidente stradale in cui è rimasto coinvolto, i nipoti di Giuseppe Coni trovano la cartella dove il loro zio custodiva una serie di suoi disegni. Scoprono 82 tavole, numerate, coloratissime ed originali. I lavori, portati nel dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università La Sapienza, vengono affidati all’attenzione della storica dell’arte Giulia Pettinari studiosa di Outsider Art, che prende in cura l’opera e scrive un articolo pubblicato lo scorso autunno per Osservatorio Outsider Art (n.16), unica rivista di arte irregolare in Italia, con il titolo “Bizzarre metamorfosi dell’Ordinario”.
E’ frequente tra gli artisti “irregolari” essere “scoperti” solo dopo la propria morte perché non sono mossi da brama o riconoscimento sociale. Anche per Giuseppe Coni è stato così. Come dimostrano le date di realizzazione, egli non aveva nessuna fretta di concludere una tavola: dedicava al riguardo una paziente e costante attività che poteva durare mesi, in alcuni casi persino un anno, per ben trent’anni ha continuato, infatti, a realizzare i suoi disegni ininterrottamente, appena ne terminava uno, il giorno successivo ne iniziava un altro. In un rituale quotidiano costruiva pezzo dopo pezzo il suo mondo fantastico, abitato da strani mostri, figure scomposte e oggetti sparsi accostati in un dialogo ironico e surreale con trame intrecciate in rigorose geometrie (capacità forse appresa durante il suo zelante lavoro di linotipista) o in linee arbitrariamente decorative, come nella tavola che utilizza il nome del suo fratello minore scomparso in giovane età. Creature che rimandano ai personaggi delle copertine di Jacovitti e ai bassorilievi Maya, tessiture che ricordano tappeti esotici o manufatti sardi, così come sardi erano i suoi genitori. Emigrati nel Secondo Dopoguerra a Imola, essi si trovavano lì al momento della nascita di Giuseppe, ma ben presto si trasferirono con tutta la famiglia in provincia di Roma. E proprio ad Imola, nella città che vide nascere Giuseppe Coni, presso la Sala Annunziata, in via Fratelli Bandiera, in omaggio al concittadino, si è deciso di mettere in mostra, fino al prossimo 17 febbraio, gli 82 disegni da lui realizzati nel corso della sua esistenza. Seguendo una successione temporale, è possibile ammirare, tavola dopo tavola, sgargianti campiture di colore in spazi millimetrici che si alternano a bizzarre composizioni nascoste negli oggetti apparentemente più ordinari: una mano con una forchetta al posto di un dito nasce da un vaso di fiori, bandiere dalle strane aste di paesi paralleli dove forse la vita è meno seria e difficile. In epoca tecnologica è per noi una piacevole immersione fuori dall’ordinario nel mondo fantasioso dell’artista, che impugnando semplici pastelli e pennarelli crea un mondo, in un atto curativo, meditativo, come se fosse un mandala psichedelico composto da pixel colorati rigorosamente a mano, un’occasione per lasciarci ipnotizzare dalle rappresentazioni grafiche, immergersi e sorprenderci nella ricerca di numerosi piccoli particolari. Data la natura spesso giocosa dell’opera di questo eccentrico outsider dell’arte contemporanea, un invito speciale va alle scuole e agli osservatori più giovani.
Giuseppe Coni. Disegni
a cura di Elisa Muro Pelliconi e Associazione Spazio Arte Amphora
Presso Sala Annunziata – via Fratelli Bandiera 17 – Imola
Fino al 17 febbraio – 10.00-13.00 16:00-19:00
Si consigliano prenotazioni e visite guidate per le scuole
Per informazioni 392 0470545 – 348 9241642