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In Siria arrivato il più grande convoglio di aiuti umanitari

Azione contro la Fame lancia l'allarme per la Siria: il Coronavirus è la nuova minaccia, solo 59 ospedali attivi nel Paese e carenza di medici

On 29 August 2018 in rural Idlib in the Syrian Arab Republic, an internally displaced boy stands near his temporary shelter. As of 6 September 2018 across Idlib in the northwest of the Syrian Arab Republic, UNICEF estimates that one million children are at risk. Idlib has one of the highest number of internally displaced children in the country - any potential escalation of violence in the area will pose an even greater risk for these vulnerable children and their families. While only limited humanitarian access is possible through aid convoys and a few partners on the ground, UNICEF is delivering lifesaving assistance to children and families in the area, and preparing for expected displacement of civilians by pre-positioning supplies for 400,000 people. Since the beginning of May 2018 and as of end of July, UNICEF supported 141,484 people in Idlib city and its suburbs with access to safe water through water treatment and the repair of water systems and pumping stations, the provision of hygiene supplies, summer clothes and school bags for children, health services including vaccinations and screening and treatment of malnutrition in children and mothers, teacher training on the new national curriculum and support to children through the Curriculum b programme to help them catch up on missed learning.

L’UNICEF, le Nazioni Unite e la Mezzaluna Rossa Araba Siriana hanno raggiunto oltre 40.000 persone col più grande convoglio di aiuti umanitari dall’inizio della crisi in Siria

Il personale per le vaccinazioni supportato dall’UNICEF è riuscito a vaccinare migliaia di bambini durante una missione di 9 giorni negli accampamenti remoti di fortuna a Rukban, in Siria, al confine con la Giordania, in cui vivono oltre 40.000 persone – la maggior parte donne e bambini.

La missione congiunta UNICEF e Mezzaluna Rossa Araba Siriana a Rukban rappresenta la più grande consegna di aiuti umanitari in Siria nel corso degli otto anni di crisi. 30 dei 118 camion del convoglio portavano aiuti salvavita dell’UNICEF per i bambini, fra cui kit sanitari e per la nutrizione per 20.000 bambini e madri, kit igienici per oltre 40.000 persone, kit didattici e ricreativi, fra cui libri scolastici, cancelleria e zaini per oltre 8.000 bambini.

“I bambini a Rukban e in altre aree difficili da raggiungere della Siria stanno ancora combattendo per la loro stessa sopravvivenza e hanno bisogno di assistenza umanitaria immediata prima che sia troppo tardi”, ha dichiarato il Direttore Generale dell’UNICEF Henrietta Fore, che ha visitato la Siria a dicembre dello scorso anno. “Quest’ultimo convoglio umanitario ci ha permesso di portare aiuti di cui c’era un bisogno disperato ad alcuni dei bambini e delle famiglie più vulnerabili. Pur essendo questo un passo nella giusta direzione, continuiamo a chiedere a tutte le parti di garantirci un accesso regolare, prolungato e senza condizioni a beneficio di tutti i bambini in Siria”.

L’accesso a servizi sanitari nell’area è estremamente limitato: non ci sono medici certificati e solo poche cliniche mal equipaggiate. Da dicembre dell’anno scorso, almeno 8 bambini, la maggior parte dei quali neonati, sono morti nei campi a causa delle temperature gelide e la mancanza di assistenza medica.

“I mesi invernali sono stati incredibilmente duri per le madri e i bambini a Rukban. La loro salute è indebolita da una scarsa nutrizione e condizioni di vita estremamente difficili”, ha dichiarato Fran Equiza, rappresentante dell’UNICEF in Siria, che ha accompagnato il convoglio. “Senza accesso a strutture mediche adeguate e a personale medico qualificato, una semplice complicazione durante il parto potrebbe essere fatale per le madri o i loro bambini”.

Circa 3.000 bambini in età scolastica a Rukban non frequentano la scuola a causa di classi sovraffollate, mancanza di insegnanti qualificati e condizioni finanziarie difficili. Con opportunità di guadagno estremamente limitate, la tassa scolastica mensile di 2.000 lire siriane (3,5 dollari) è troppo cara per moltissime famiglie.

“Anche nelle aule fangose sovraffollate, dove i bambini siedono per terra e la lavagna è un pezzo di carta attaccato al muro, ho incontrato bambini ansiosi di imparare e contentissimi di vedere i loro nuovi zaini”, ha dichiarato Equiza. “Per questi bambini la scuola è molto più che un luogo di apprendimento. Fornisce loro anche uno spazio sicuro dalla loro dura realtà fuori dalle mura scolastiche”.

I genitori e i bambini nei campi di fortuna hanno espresso molte preoccupazioni per quanto riguarda la protezione, fra cui il lavoro minorile, i matrimoni precoci, la violenza contro i bambini e la paura di violenza contro le ragazze e le donne.

“La situazione umanitaria nei campi rimane disperata per i bambini e le famiglie bloccate in quest’area remota”, ha dichiarato Equiza. “I bisogni, specialmente di cibo, acqua, assistenza sanitaria e di un rifugio sono urgenti. Gli aiuti umanitari sono solo una soluzione temporanea”.

Il convoglio di questa settimana rappresenta un passo positivo, ma l’UNICEF continua a chiedere a tutte le parti di fornire accesso prolungato e senza condizioni a tutti i bambini in Siria. Tutte le parti in conflitto hanno l’obbligo e la responsabilità di facilitare l’accesso umanitario per raggiungere i bambini che ne hanno bisogno ovunque siano nel paese e a prescindere da chi controlla l’area in cui vivono.

L’UNICEF, con le agenzie delle Nazioni Unite in Siria, continua a chiedere soluzioni sicure, volontarie e a lungo termine per aiutare le famiglie a Rukban, anche facilitando il ritorno volontario alle loro case o in un luogo a loro scelta in sicurezza e con dignità.

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