Centinaio e Salvini a confronto con i pastori sardi. Il 21 febbraio è in programma un tavolo di filiera al Ministero delle Politiche agricole
Il Governo interviene sulla protesta dei pastori sardi che va avanti ormai da giorni. Al Viminale il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini e il ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del Turismo Gianmarco Centinaio hanno incontrato i rappresentanti delle associazioni di allevatori sardi e dei produttori. Alla riunione era presente il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru.
“Il 21 al mio Ministero, quando ci sarà il tavolo di filiera sempre su questo argomento, perché ci sposteremo al Ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Ice si è resa disponibile a ragionare con noi per vedere cosa si può fare per promuovere questo prodotto in giro per il mondo e quindi l’obiettivo finale è quello di far vendere il più possibile” ha dichiarato Centinaio, intervistato all’uscita del tavolo indetto al Viminale sull’emergenza latte di ovino in Sardegna.
“I consorzi vengono commissariati nel momento in cui c’è un illecito e io a chi ha parlato di commissariamento la domanda che faccio è “se sapete che c’è un illecito fatemelo sapere”. Abbiamo proposto un Perfetto che controlli tutta la filiera, per vedere se ci sono stati errori e illeciti, è normale se ci saranno errori o illeciti, chi ha sbagliato paga”., ha continuato il Ministro Centinaio.
“Sarò in Sardegna sabato mattina a ragionare con chi era qua questa sera per cercare di capire se la notte o qualche giorno avrà portato un po’ di consiglio a tutti. Il tavolo prosegue a oltranza. Ho invitato i pastori a tornare sul territorio e confrontarsi con i loro colleghi e ho invitato gli industriali a tornare in azienda e capire fin dove possono arrivare, partendo da un presupposto. Che questo governo ci ha messo la faccia, ci ha messo tanto, anche la disponibilità di mettere a disposizione dei fondi. Faremo, e voglio ringraziare i colleghi del Cinque Stelle e il Sottosegretario Alessandra Pesce che era oggi insieme con me alla manifestazione degli agricoltori pugliesi, un decreto sulle calamità eccezionali e quindi l’obiettivo che abbiamo è quello di metterci a disposizione di queste filiere che in questo momento sono in estrema difficoltà”, ha concluso il Ministro.
Prandini: lavoriamo per chiudere la trattativa
“Lavoriamo per chiudere la trattativa che è la cosa più importante per restituire serenità alle famiglie e alle aziende”. E’ quanto afferma Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti, dopo il vertice a Roma con il vice premier Matteo Salvini ed il Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio sui problemi della pastorizia sarda e il prezzo del latte per il pecorino che è stato riaggiornato.
“Ribadiamo – afferma Prandini – la posizione giusta dei pastori per arrivare a 1 euro al litro più Iva. La prima proposta degli industriali di un acconto a 70 centesimi al litro, in attesa che si sentano gli effetti positivi dei ritiri del pecorino, è irricevibile perché, come riconosce la stessa Ismea, tale prezzo – precisa Prandini – non copre neppure i costi dell’alimentazione degli animali. Soprattutto se si tiene conto del passo importante fatto da Governo e Regione che hanno messo sul piatto decine di milioni di euro per ritirare il formaggio, ridurre le scorte e far salire i prezzi”.
“La trattativa – conclude Prandini – è stata quindi riaggiornata per poter continuare a lavorare e arrivare a chiudere a 1 euro come chiesto dagli agricoltori. In gioco c’è il futuro di 12mila aziende dove si trova il 40% delle pecore allevate in Italia che producono quasi 3 milioni di quintali di latte destinato per il 60% alla produzione di pecorino romano (Dop) con il prezzo del latte sull’Isola che condiziona in molti casi le quotazioni sull’intero territorio nazionale”.
Prezzi del latte: Antitrust apre istruttoria
L’Antitrust ha aperto un procedimento sui prezzi del latte sardo di pecora destinato alla produzione di pecorino romano Dop.
“Bene l’apertura di un’istruttoria da parte dell’Antitrust. Ottima notizia. E’ facendo funzionare il libero mercato che si risolve il problema, non certo fissando politicamente il prezzo del latte ad 1 euro e ricaricando sui consumatori finali il costo dell’operazione” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Non possiamo tornare ai prezzi amministrati!” conclude Dona.
Codacons: accolto nostro esposto
L’Antitrust indaga sui prezzi del latte sardo a seguito di formale esposto presentato nei giorni scorsi dal Codacons, esposto di cui oggi l’associazione rende noti i contenuti. Ma non basta: si attende ora che anche le Procure della Repubblica di Nuoro e Roma aprano una analoga indagine sulla base della denuncia penale depositata dal Codacons.
Si legge nell’esposto dell’associazione all’Antitrust: “Continuare a determinare il prezzo del latte in funzione della produzione del Pecorino romano, rischia di generare una situazione di abuso da parte dell’impresa di trasformazione, tale da recare un pregiudizio alla controparte. Ad esempio, l’imposizione di condizioni ingiustificatamente gravose determina un abuso quando la controparte è destinataria di un trattamento squilibrato nella relazione commerciale, specie in materia di prezzi, che risulti economicamente insostenibile […] Si chiede pertanto di avviare apposita istruttoria per verificare se sussista una effettiva situazione di dipendenza economica sanzionabile ai sensi dell’art. 62 del d.l. 1/2012 in combinato disposto con l’art. 4, lett. c) del D.M. 199/2012; accertare se sussistano gli estremi per un commissariamento del Consorzio ai sensi dell’art. 6 del d.lgs. n. 297 del 2004; ad accertare se sussista un patto tra le aziende di trasformazione diretto a tenere bassi i prezzi del latte alla stalla allo scopo di ricavarne benefici economici in danno dei produttori; disporre l’applicazione della sanzione di cui al comma 6 dell’art. 2 del d.l. n. 1/2012”.
Ma per il Codacons non basta: ci aspettiamo che ora, dopo l’Antitrust, anche le Procure di Nuoro e Roma aprano una formale indagine penale sulla vicenda del latte sardo, alla luce dei possibili reati a danno degli allevatori.
Nell’esposto alle due Procure l’associazione riporta la denuncia Coldiretti Sardegna secondo cui i pastori, per necessità di liquidità, sono costretti a firmare impegni sui prezzi di vendita del loro latte in bianco “in totale spregio delle disposizioni dell’art. 62 del d.l. n. 1 del 2012 che vietano, tra l’altro, nelle relazioni commerciali tra operatori, di imporre direttamente o indirettamente condizioni di acquisto, di vendita o altre condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose. Sul piano propriamente penale, sembrano configurarsi gli estremi di una vera e propria estorsione ai sensi dell’art. 629 c.p. condotta a danno degli allevatori […]
Ancora, non sembrano potersi escludere neppure i profili della violenza privata, ai sensi dell’art. 610 c.p., tenuto conto che lo stato di coercizione in cui versano i pastori, pur di disporre della necessaria liquidità per riuscire almeno a sostenere i costi di produzione per non cessare definitivamente l’attività, li costringe a vivere in condizioni di totale precarietà sul piano psicologico, morale ed economico […]
il fatto che proprio il Consorzio non abbia tenuto conto dell’invito dell’Autorità a rispettare il piano di regolazione dell’offerta del formaggio Pecorino romano DOP, lascia presumere anche gli estremi dell’associazione per delinquere ai sensi dell’art. 416 c.p. avendo agito i trasformatori e gli industriali del latte con una condotta comune per realizzare i reati che sembrano profilarsi anche alla luce della fattispecie di aggiotaggio di cui all’art. 501 c.p.”
Coldiretti: 6 milioni di pecore da salvare
Con i prezzi pagati ai pastori per il latte che non coprono in molti casi neanche i costi dell’alimentazione sono da salvare 6,2 milioni di pecore presenti sul territorio nazionale. E quanto afferma la Coldiretti in merito alla protesta dei pastori sardi al centro del tavolo convocato al Viminale a Roma dal vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini con la presenza del presidente di Coldiretti Ettore Prandini. I prezzi attualmente inferiori del 20% ai costi variabili di produzione spingono alla chiusura degli ovili dopo che – sottolinea la Coldiretti – negli ultimi negli ultimi dieci anni sono già scomparse in Italia circa un milione di pecore.
In Sardegna si trova il 40% delle pecore allevate in Italia che producono quasi 3 milioni di quintali di latte destinato per il 60% alla produzione di pecorino romano (Dop) e il prezzo del latte sull’isola condiziona in molti casi le quotazioni sull’intero territorio nazionale. Le speculazioni da parte di un “cartello” di industrie casearie hanno causato un crollo dei prezzi che ha esasperato i pastori, che si svegliano alle 5 del mattino per mungere da ogni pecora circa un litro di latte al giorno che viene pagato meno di 60 centesimi al litro, una elemosina che spinge alla chiusura i 12mila allevamenti presenti in Sardegna.
Una situazione che va peraltro contro quanto previsto dalla legge nazionale sulle pratiche commerciali, che prevede sanzioni oltre i 3 milioni di euro verso chi “abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, ivi comprese, ad esempio: qualsiasi patto che preveda prezzi particolarmente iniqui o palesemente al di sotto dei costi di produzione”.